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VICENDA CRESCENT. DE LUCA: “SONO IN ATTO TENTATIVI DI INTIMIDAZIONE NEI CONFRONTI DELLA SOVRINTENDENZA”

Sui giornali la vicenda è stata fritta e rifritta, ma sono sempre le stesse cose: semplicemente c’è stata una comunicazione di conclusione delle indagini da parte dei PM, niente di nuovo. Ho letto alcuni titoli di giornale assolutamente scorretti: dopo un’intervista di un’ora e mezza, mi sono ritrovato a leggere l’esatto contrario di quello che ho detto. Ribadisco la mia posizione. Il Comune di Salerno, e io in particolare, esprimiamo il massimo rispetto per l’iniziativa della magistratura: i magistrati hanno il dovere di accertare i fatti, a tutela della legalità e della correttezza. E’ quanto dichiara il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca nel corso della sua consueta tribuna televisiva del venerdì.

 

Nessun fastidio e nessun problema, dunque, ma totale rispetto e sostegno all’azione della magistratura. Con altrettanta nettezza io confermo di ritenere corretti tutti gli atti posti in essere e li rifarei così come li abbiamo fatti, dal primo all’ultimo. La mia posizione è serena e limpida, eppure ci sono sedicenti giornalisti che hanno costante bisogno di creare polemica. Alcuni vivono di questo, altrimenti non vendono più neanche una copia di giornale. Noi, con serenità e rispetto di tutte le istituzioni, andremo avanti.

E si registrano tentativi di intimidazione nei confronti della Sovrintendenza. Nella lettera di Italia Nostra si legge che il “il mastodontico lotto cementizio chiamato Crescent è la plastica espressione di quel degrado culturale e paesistico che da decenni la collettività è costretta a subire”. C’è una sola persona dotata di buon senso e sana di mente che possa dire che le baracche e i depositi di legno e di marmo che avevamo a Santa Teresa erano paesaggio da tutelare? “Degrado culturale e paesistico” nella città che ha realizzato una ventina di parchi pubblici? E ancora si legge nella lettera “quel condominio privato sostenuto da colonne doriche prefabbricate”. Somari…le colonne sono prefabbricate perché l’opera ha uno stile di classico moderno, così come lo definisce Bofill; sarebbe stata una cafonata un’imitazione dei templi di Paestum, questa invece era una cosa dichiarata, ovvero un linguaggio moderno con segni neoclassici. E ancora nella lettera: “lo svuotamento di valori morali e culturali”. Quali erano questi valori? Gli spacciatori, le prostitute, i pedofili? “La muraglia che ha già alterato tratti significativi del lungomare cittadino”. Quali tratti significativi? Il chiavicone? Forse si riferiscono a un tratto di dieci metri di spiaggia inutilizzabile tagliato da un lato della piazza, perché nel progetto di Bofill l’orientamento della piazza stessa non doveva tagliare la visuale rispetto ad entrambe le costiere. E poi ancora “il paesaggio urbano alterato” sarebbero le baracche? Più avanti si legge: “è anche il simbolo dell’illegalità”. Su questo vedremo se ci sono gli estremi per una querela per diffamazione, perché l’illegalità è solo nella loro testa. “Contrastando così le tendenze all’indifferenza, all’affarismo che misura le cose col metro del denaro, all’affermazione di politiche urbanistiche regressive, spesso sostenute dal falso mito della (finta) riqualificazione”. Qui si cerca di intimidire il Sovrintendente… E, infine, “resistere ai privati”. Somari…Quel PUA è un’iniziativa pubblica, non privata: il Comune ha deciso di collocarvi le abitazioni per evitare che di notte quella piazza fosse lasciata al degrado. Abbiamo fatto un’asta pubblica per recuperare dai privati le risorse necessarie per comprare l’area dal demanio e dalle Ferrovie dello Stato.

A maggio faremo in Piazza Portanova una mostra con la documentazione che manderemo alla Sovrintendenza, che testimonia il prima e il dopo. Sul Molo Manfredi, dove ora c’è la Stazione Marittima, c’era persino un inceneritore dove si bruciava di tutto: chissà quanta diossina ha emanato nell’aria. Non sapeva niente nessuno, tutti zitti.

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