 Il presidenti del Senato degli ultimi 20 anni, Ignazio La Russa, Maria Elisabetta Casellati, Piero Grasso, Renato Schifano, nonché l’ex presidente della Camera ed oggi senatore Pierferdinando Casini, hanno presentato il volume “Codice Parlamentare”, scritto dal segretario generale di Palazzo Madama, Federico Toniato. Il volume raccoglie tutte le norme che riguardano il Parlamento italiano, compresa la giurisprudenza domestica e le decisioni delle Giunte per il Regolamento di Senato e Camera.
Il presidenti del Senato degli ultimi 20 anni, Ignazio La Russa, Maria Elisabetta Casellati, Piero Grasso, Renato Schifano, nonché l’ex presidente della Camera ed oggi senatore Pierferdinando Casini, hanno presentato il volume “Codice Parlamentare”, scritto dal segretario generale di Palazzo Madama, Federico Toniato. Il volume raccoglie tutte le norme che riguardano il Parlamento italiano, compresa la giurisprudenza domestica e le decisioni delle Giunte per il Regolamento di Senato e Camera.
Nei loro interventi tutti gli ex presidenti hanno sottolineato come il volume, pur destinato in prima istanza, agli addetti ai lavori e agli studiosi, è uno strumento di “trasparenza” dell’istituzione parlamentare nei riguardi dei cittadini, il che ha detto Casini può aiutare “a riavvicinare i cittadini” alla politica e alle istituzioni democratiche.
Sull’importanza per gli stessi parlamentari di conoscere regole e procedure hanno insistito Grasso e Casellati. Quest’ultima ha ricordato come nel 1994, di fronte a una Fi che aveva vinto le elezioni ma che era “ancora alle prime armi”, l’opposizione “proprio grazie alla conoscenza dei Regolamenti”, riuscì ad avere la presidenza di 11 delle 14 commissioni permanenti. In tal senso, la normativa raccolta nel volume “non sono norme astratte”, ha detto Schifani, ma “si traducono in concreta azione politica”, come ha osservato Casellati.
Tutti gli intervenuti hanno poi sottolineato il ruolo dei funzionari parlamentari che “con il loro contributo garantiscono uguali diritti alla maggioranza e all’opposizione” ha detto Casini, che ha ricordato non solo i segretari e gli ex segretari generali presenti in sala (Elisabetta Serafin, Antonio Malaschini, Damiano Nocilla, Ugo Zampetti oggi segretario generale del Quirinale)), ma anche alcune figure prestigiose del passato come Antonio Maccanico e Gaetano Gifuni, rispettivamente alla Camera e al Senato.
Pera ha dato voce alla propria verve toscana: “E’ un opera esoterica, si rivolge a membri di una setta. Ne fanno parte i sacerdoti, cioè i professori e gli esperti di diritto parlamentare; i mandarini, che sono quelli che siedono in Aula alla sinistra del padre e sanno come imprigionare il padre;
sanno tutto tutto tutto e quando non sanno lo inventano li per li; e poi gli adepti, i senatori che in teoria dovrebbero sapere le regole, ma non le sanno”. Infine Pera ha ironizzato sul fatto che i presidenti chiedano spesso ai funzionari di ricercare un precedente per supportare qualche propria decisione difficile.
Toniato ha ricordato che nel 1990 l’allora segretario generale del Senato Gaetano Gifuni “pensò a un codice parlamentare, scarno ma che desse il senso. La meta è quel tipo di intuizione”. “Cosa manca nel libro? – si è domandato – certo la norma non scritta del precedente, la frase dura di Gifuni che, di fronte a funzionari che affermavano “non c’è alcun precedente su questo”, affermava “inventatelo”, Però c’è anche un’altra norma non scritta. Nel1849, Vincenzo Garelli parlò del Diritto Parlamentare come del Diritto dell’ urbanità, parola come rispetto, non si esaltino le vittorie e non ci si rammarichi delle sconfitte”.
 
	
 
							 
							