«Il reddito reale delle famiglie italiane resta sotto i livelli del 2008: il Pil reale pro capite si aggira intorno ai 28.880 euro, contro i quasi 29.000 pre-crisi. Per colmare il divario e riportare il benessere ai livelli di quindici anni fa serve un’accelerazione robusta del comparto industriale, in particolare della manifattura, che continua a essere il principale moltiplicatore di occupazione e produttività».
A dirlo è Antonio Visconti, presidente Ficei (la federazione italiana dei consorzi industriali) e numero uno dell’Asi Salerno.
«Considerando un fabbisogno di crescita reale del 5-10% per riallinearsi ai livelli pre-crisi, il Paese dovrebbe crescere tra l’1 e il 2% all’anno per cinque anni consecutivi. In uno scenario dinamico, un’espansione annua del 2,5% consentirebbe di chiudere il gap entro il 2030, restituendo circa 1.500 euro di potere d’acquisto medio pro capite e aumentando del 7% il reddito disponibile delle famiglie – sottolinea Visconti. – La chiave è nel rilancio della manifattura, con investimenti in digitalizzazione, filiere verdi e automazione».
«Se il settore crescesse al 3% annuo, potrebbe trainare l’intera economia sopra il 2%, generando nuova occupazione stabile e un miglioramento progressivo dei salari reali – continua il presidente Ficei -. Per riuscirci servono politiche industriali coerenti: incentivi mirati, accesso al credito per le Pmi, semplificazione fiscale e sostegno all’export. Solo un piano di medio periodo centrato sul manifatturiero – conclude – può invertire la stagnazione e restituire al Paese il reddito reale perduto».
