INCHIESTA HUAWEI: LA PROCURA BELGA PRONTA A REVOCARE ARRESTO PER COLLABORATRICE MARTUSCIELLO

Colpo di scena nell’inchiesta sul presunto giro di tangenti che sarebbero state versate ad alcuni politici affinché si spendessero in sede Ue, attraverso una missiva, per favorire il colosso cinese Huawei sul 5G: il giudice istruttore belga si è detto disponibile a revocare il mandato di arresto europeo e l’iscrizione al sistema Schengen (SIS) – previa autorizzazione della Corte di Appello di Napoli – purché la collaboratrice del parlamentare europeo di Forza Italia Fulvio Martusciello Lucia Simeone si renda disponibile a rimanere in Belgio e a collaborare con gli inquirenti per almeno per due settimane, da persona libera.

La procura federale belga si è detta disponibile a revocare il mandato di arresto europeo emesso nei confronti di Luciana Simeone, assistente dell’europarlamentare di Forza Italia Fulvio Martusciello (non indagato), nel caso in cui quest’ultima si rendesse disponibile a rendere interrogatorio in Belgio sulla vicenda delle presunte tangenti per favorire Huawei. Simeone, difesa dagli avvocati Antimo Giaccio e Claudio Pollio, è stata arrestata a fine marzo in un hotel a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e dopo due giorni di carcere ha ottenuto gli arresti domiciliari. Le accuse nei suoi confronti sono corruzione per atto d’ufficio, riciclaggio e associazione a delinquere. Oggi l’ottava sezione penale della Corte d’Appello di Napoli, che deve decidere sulla consegna all’autorità giudiziaria belga, ha rinviato l’udienza a martedì 22 aprile.