ANTONIO VISCONTI (FICEI): “CON MERCATO UNICO RISPARMI FINO AL 30% PER BOLLETTA INDUSTRIA”

«Il costo dell’energia per l’industria italiana è ormai fuori scala rispetto ai nostri concorrenti europei. Oggi un’azienda che produce in Italia paga l’elettricità all’ingrosso molto più di chi opera in Spagna, Francia o Germania, con un evidente effetto distorsivo sulla competitività».

Lo afferma Antonio Visconti, presidente della Ficei (Federazione Italiana dei Consorzi Industriali) e del Consorzio ASI Salerno.

Sulla base delle elaborazioni dell’Ufficio Studi Ficei, nel mese di ottobre 2025 il prezzo medio dell’energia elettrica all’ingrosso in Italia si è attestato intorno ai 111 €/MWh, mentre in Spagna si è fermato a circa 76 €/MWh. «Parliamo di un differenziale vicino ai 35 €/MWh, ovvero un costo che in Spagna risulta mediamente inferiore di circa un terzo rispetto a quello sostenuto dalle imprese italiane», spiega Visconti.

«Se avessimo un mercato unico dell’energia realmente integrato, in cui le imprese italiane potessero approvvigionarsi alle stesse condizioni delle aziende spagnole, secondo le stime del nostro Ufficio Studi il sistema produttivo nazionale potrebbe beneficiare di un risparmio potenziale nell’ordine del 30-35%. In termini concreti, un consorzio industriale che consuma 100 GWh all’anno vedrebbe una riduzione della spesa fino a 3-4 milioni di euro, risorse che potrebbero essere reinvestite in innovazione, infrastrutture e sviluppo», aggiunge il presidente Ficei.

Il divario con la Spagna non è un episodio isolato ma un fenomeno strutturale: nel 2024 il prezzo medio dell’elettricità in Italia ha superato stabilmente quello della penisola iberica e anche nei primi mesi del 2025 il differenziale si è confermato significativo. «Questi numeri dicono con chiarezza che la nostra industria parte ogni giorno con un handicap pesantissimo, che va ben oltre la normale dinamica di mercato», osserva Visconti.

«Mi auguro che l’Europa acceleri davvero verso un mercato unico dell’energia, non solo sulla carta ma nelle infrastrutture e nelle regole, in modo che un’impresa italiana possa acquistare energia prodotta in Spagna a un costo sostenibile e competitivo. Senza questa integrazione, il rischio è che gli investimenti industriali seguano semplicemente il costo dell’energia, spostandosi dove le bollette sono più leggere», avverte il presidente Ficei.

Guardando al quadro nazionale, Visconti richiama l’attesa per il nuovo decreto energia: «Ci aspettiamo interventi rapidi e incisivi su tre fronti: riduzione strutturale del differenziale di prezzo con il resto d’Europa, sostegno agli investimenti in autoproduzione e rinnovabili nelle aree industriali, semplificazione delle procedure autorizzative. Ogni mese di ritardo significa milioni di euro di costi aggiuntivi per le imprese».

«L’energia non è una voce qualsiasi del conto economico – conclude Visconti – ma la condizione di base per mantenere in Italia la manifattura, soprattutto nelle aree industriali che Ficei rappresenta. Senza un mercato unico europeo dell’energia e senza interventi nazionali tempestivi, rischiamo di vedere crescere i debiti e diminuire le fabbriche. È il momento di passare dagli annunci alle decisioni».