AVELLINO. LE PAROLE DEL COMMISSARIO PREFETTIZIO PERROTTA: “SITUAZIONE COMPLESSA”

Dal male, può nascere il bene: possiamo infatti cogliere l’occasione per tornare a riappropriarci del significato più vero della festa”. Nella città commissariata, senza sindaco nè consiglio comunale, iI parroco del Duomo di Avellino, don Pasquale Iannuzzo, nell’imminenza delle celebrazioni per l’Assunta, culto molto sentito nella Diocesi del capoluogo, ha “ingaggiato” con propri fondi la banda musicale di Bisceglie (Bari): saranno le uniche note che risuoneranno in città nella giornata di Ferragosto: niente “concertone, con le celebri star della musica leggera in piazza, niente luminarie nè fuochi artificiali. Il prefetto, Giuliana Perrotta, nominata meno di un mese fa commissario straordinario dopo la mancata approvazione del Rendiconto 2024 che ha fatto cadere l’amministrazione guidata dal sindaco, Laura Nargi, sta tentando di mettere in ordine i conti, per trovare, entro fine anno, quasi nove milioni di euro per evitare il dissesto. Nel frattempo ha già tagliato spese per un milione e 600 mila e ridotto a tre spettacoli l’annunciata stagione del Teatro “Carlo Gesualdo”. “Dobbiamo fare di tutto -spiega nell’intervista a Gianni Festa, decano dei giornalisti irpini e direttore del Corriere dell’Irpinia- per riportare Avellino sul sentiero di un utilizzo più avveduto delle risorse”. Il Prefetto conferma lo stop alle spese superflue a favore dei servizi essenziali, dopo aver posto un freno a indennità, consulenze, incarichi legali, ma non nasconde la situazione che definisce, “complessa”. “Alcune decisioni -annuncia- non saranno piacevoli e non le assumeremo con leggerezza, ma le spiegheremo ai cittadini per renderli consapevoli del momento e ottenere da loro fiducia e collaborazione”. Poche ore dopo il suo insediamento, Perrotta, già Prefetto a Enna, Lecce, Cagliari, aveva incontrato il Vescovo di Avellino, monsignor Arturo Aiello, che si era prodigato, inutilmente, per scongiurare lo scioglimento del consiglio comunale, ma aveva dovuto prendere atto, rivolgendosi ai protagonisti della crisi amministrativa che ad Avellino “il bene comune non è tenuto in conto se non come fatto personale”