La Cisl funzione pubblica bussa alla porta della Corte dei Conti. Non cercando di sostituirsi al lavoro degli organi di controllo finanziario ed economico preposti, il sindacato assume il ruolo di tramite.
Insomma, i dati raccolti da agosto sugli “sprechi” della pubblica amministrazione finiranno direttamente negli uffici della Corte dei conti, spediti dalla Cisl funzione pubblica di Salerno. Al centro della questione c’è il dossier che il sindacato ha diffuso nelle scorse settimane sui costi che le Pubbliche amministrazioni della provincia di Salerno sostengono per il mantenimento degli Organismi indipendenti di valutazione. Due tra gli enti tirati in ballo nel dossier ed indicati come i maggiormente spendaccioni furono lo Iacp di Salerno e la Camera di Commercio di Salerno avevano rispedito al mittente le accuse, sostenendo la regolarità e il contenimento della spesa per quanto riguarda le sedute dell’organo che valuta l’operato dei dipendenti degli enti. Ora arriva la controreplica della Cisl che non riesce «ad intendere il senso delle repliche dell’Istituto autonomo case popolari e della Camera di Commercio – scrive il segretario generale Matteo Buono – a quella che era una nostra analisi della situazione all’interno di questi enti sulla scorta dei dati forniti dagli stessi». Mentre i vertici di Iacp ed Ente camerale si difendono portando come prova (in particolare la Camera di Commercio che nella giornata di martedì ha reso noti i dati relativi all’esercizio 2012) i propri numeri a testimonianza di una gestione rigorosa delle risorse, il segretario Buono pungola: «Spesso e volentieri dietro la nomina dei componenti degli Organismi si nascondono clientele politiche, ma anche enormi sprechi di denaro pubblico che vanno in netta controtendenza rispetto alla esigenza di rispondere a logiche di risparmio e di taglio della spesa. Bisognerebbe spiegare ai contribuenti quale “rigore scientifico” faccia sìche un’ora di seduta di ogni singolo componente dell’Oiv possa costare 2.400 euro nel 2011 e più di 1.600 nel 2012 e per quale motivo si cerca di trovare futili giustificazioni per la spesa sostenuta invece di adottare con urgenza i dovuti provvedimenti per mettere fine a costi così elevati e ad un utilizzo discrezionale delle risorse pubbliche. Noi, con il nostro dossier, volevamo semplicemente illustrate che la “spending review” è una regola da applicare a tutti i livelli e non solo ai dipendenti». Intanto, l’auspicio di Matteo Buono èche le amministrazioni pubbliche che ancora non hanno reso noti i propri dati, adempiano al più presto alla comunicazione al fine di rispettare il principio della trasparenza.
di Marta Naddei – Tratto da IL ROMA