“Lo Stato ci mette la faccia”. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, difende il decreto ‘Caivano’ contro la criminalità giovanile, approvato oggi dal Consiglio dei ministri: “Ci sono diversi territori che versano nelle condizioni di quella città: ne abbiamo preso uno per dimostrare che le cose possono cambiare davvero”. L’obiettivo è contrastare un fenomeno, quello della criminalità giovanile, “che si espande a macchia d’olio”. Nessuna intenzione di “mandare in galera i minori di 12 anni” né di “approvare norme repressive”, spiega la premier. Lo scopo è quello di mettere in campo “tutte le risorse necessarie che servono per affrontare questa sfida”. A imporre una stretta sui minori che delinquono, dice il presidente del Consiglio, non ci sono solo i casi di Caivano e Palermo ma anche la vicenda di Giovanbattista Cutolo, giovane musicista ucciso a Napoli: “Una ferita aperta per l’Italia intera”. Lo spirito del provvedimento, conferma, “è preventivo”. Sul carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola, la premier non arretra: “Bisogna contrastare la dispersione scolastica”.
