MAGISTRATI E POLITICA, CAMBIANO LE REGOLE: DOPO IL MANDATO NIENTE FUNZIONI GIURISDIZIONALI

Cambiano le regole per i magistrati che decidono di svolgere anche un’attività politica, sia elettiva che di governo, con la Riforma Cartabia che, ieri alla Camera, ha ottenuto il primo voto favorevole. In attesa dell’esito del voto al Senato, il testo pone dei forti limiti per i magistrati che, al termine del mandato elettorale o di governo, tornano a svolgere le proprie funzioni.

C’è il divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi, sia per cariche elettive nazionali e locali, sia per gli incarichi di governo nazionali/regionali e locali. A fine mandato, i magistrati che hanno ricoperto cariche elettive non possono più tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale: i magistrati ordinari vengono collocati fuori ruolo presso un ministero o presso Consiglio di Stato, Corte dei Conti e Massimario della Corte di cassazione, con funzioni non giurisdizionali. Il magistrato che si è candidato ma non è stato eletto per tre anni non potrà tornare a lavorare nella regione in cui ha corso per una carica elettiva. Con i decreti attuativi sarà anche ridotto il numero massimo di magistrati fuori ruolo, che oggi sono 200.