Il candidato sindaco De Maio si è espresso sulla vicenda Villa dei Fiori e sul paragone con la struttura di via Buonoscontro, autorizzata in soli 37 giorni. L’amministratore di Villa dei Fiori, Avv. Domenico Vuolo ha risposto con questa dichiarazione: “Siamo sconcertati per quanto affermato dal candidato sindaco De Maio nello spazio elettorale autogestito a Telenuova di ieri 4/5/22. Non possiamo tollerare che si dicano cose non vere e si travisi la realtà. Tutti hanno visto il manifesto dove sono riportati il progetto bocciato di ampliamento di Villa dei Fiori e un’altra struttura autorizzata in 37 giorni. Il candidato dice che “c’è stata una strumentalizzazione accostando due procedure amministrative totalmente opposte. Una è il trasferimento di un’attività presso altri locali dove già veniva svolta un’attività sempre nel mondo della sanità, altra cosa è l’intervento edilizio che è stato sottoposto agli uffici comunali per accorpare due corpi di fabbrica sulla collina di San Pantaleone. Una procedura per cui
l’amministrazione ad un tratto ha fatto una richiesta di chiarimenti, non si capisce perché anziché ottemperare una richiesta di integrazione documentale si sia scelta la strada del ricorso giudiziario”. I fatti sono del tutto diversi. Partiamo da Villa dei Fiori. Dopo quattro anni dalla conclusione del procedimento, con tanto di approvazione da parte della Conferenza dei Servizi, serviva solo il trasferimento della pratica dal Consiglio comunale alla Regione per la modifica del PUT (piano urbanistico territoriale). Invece il dirigente Califano ha chiesto (“ad un tratto”, come dice De Maio) altri documenti. Villa dei Fiori era disposta a darli immediatamente alla condizione però che non comportasse di ricominciare tutto daccapo e perdere altri sette anni. Siamo stati costretti a ricorrere al TAR perché c’è stato il rifiuto di ogni confronto e dopo 60 giorni ci sarebbe stata acquiescenza all’atto dell’amministrazione, secondo noi illegittimo e per il quale abbiamo fatto ricorso al Consiglio di Stato. La semplice realtà è che il Comune non ha mai accettato nessun confronto, ha sbattuto le porte in faccia all’azienda, ai lavoratori e a 1.600 cittadini che hanno firmato una petizione, ha rinnegato persino gli atti fatti dal Comune stesso. Possiamo dimostrarlo in ogni momento e in ogni sede. Per quanto riguarda la struttura di via Buonoscontro abbiamo chiesto l’accesso agli atti, che dopo 50 giorni, non ci viene ancora concesso. In quella struttura c’era un centro di radioterapia, che ha bisogno di spazi chiusi e schermati. Oggi è utilizzato per la riabilitazione che invece impone aerazione naturale e luce diretta in ogni ambiente. Chiunque può vedere i muri perimetrali di quella struttura ed è ovvio che venga qualche dubbio sulla legittimità della concessione data dal Comune in soli 37 giorni. La cosa incredibile però è che questo candidato a sindaco non abbia neanche la curiosità di constatare di persona se ci sono l’aerazione naturale e la luce diretta in ogni ambiente, gli basta dire che è “una strumentalizzazione e lì già c’era una attività nel mondo della sanità”. Ma il candidato dovrebbe dirci se era a conoscenza della richiesta di trasferimento della struttura oppure no. E perché, pur vedendo dappertutto il manifesto che mette a confronto i due opposti comportamenti del Comune sulle due strutture sanitarie, non gli venga in mente la cosa più ovvia: andare a vedere come stanno le cose. E magari chiedere ai lavoratori che operano in quel luogo e ai malati che lì vengono curati quanto siano soddisfatti di quegli ambienti. No, caro candidato sindaco De Maio, non c’è stata nessuna strumentalizzazione, semmai c’è stata una inaccettabile ingiustizia a danno dei lavoratori e della città. Quando vuole siamo disposti a qualsiasi confronto, quello che ci è stato negato dall’amministrazione