Voci non ufficiali, proprio in queste ore, affermano che all’interno della Regione Campania si sta mettendo in atto l’ennesimo colpo di mano nei confronti dei diritti dei lavoratori della Pubblica Amministrazione ed in modo particolare di quelli del settore della Sanità, nei confronti dei giovani disoccupati, nei confronti delle famiglie campane.
Gli Uffici della Regione Campania, infatti, starebbero redigendo una nota interpretativa da inviare a tutti i Direttori Generali con la quale evitare gli effetti negativi, sui livelli occupazionali attuali, determinati dal Decreto 90, emanato dal Governo Renzi. Seppure sono fondate le preoccupazioni sulla tenuta occupazionale che, in sanità non garantiscono ormai i livelli essenziali assistenziali e le cui attività ordinarie si espletano con un ricorso inaccettabile a lavoro straordinario e prestazioni aggiuntive, e contestualmente stanno determinando enormi difficoltà nella tenuta dei servizi pubblici complessivi, limitare tale diritto nei fatti palesa la sconfitta di nuove generazioni e manifesta la incapacità di costruire strategie d’intervento efficaci e efficienti. Chiara è la presunta assenza di una progettualità finalizzata a dare speranza alle nuove generazioni, evidenziando una asimmetria informativa tra positive affermazioni di rientro dagli obblighi imposti dai vincoli del governo sulla tenuta finanziaria della regione, e dall’altra la preoccupazione che invece per almeno un altro anno saremo vessati da imposizioni esclusivamente economiche che non permetteranno sviluppi occupazionali in Campania. Secondo le notizie che arrivano da Napoli, che rammento essere ufficiose e pertanto non ancora ufficializzate, il Governatore Caldoro avrebbe chiesto, ai proprio uffici, di bloccare la possibilità per tanti lavoratori del settore pubblico di accedere al pensionamento mediante il ricorso alla discrezionalità di vertici delle strutture sanitarie che, in base ad una norma contenuta nel Decreto 90, hanno la facoltà di fermare l’iter burocratico dei dipendenti che intendono concludere la loro esperienza di lavoro. Non è ancora dato sapere se tale discrezionalità sia anche inversa, ovvero accettare le richieste di trattenimento in servizio di quanti abbiano manifestato tale opportunità. Dovremo leggere il provvedimento per comprendere meglio. Una cosa è certa che la Regione Campania, nei fatti, con la disposizione decreta la sua manifesta convinzione che almeno per il 2015 non sarà messa in condizione di determinare il rinnovamento generazionale, poiché sarà ancora sottoposta a piani di rientro, blocco del turnover e impossibilità ad espletare concorsi ed assunzioni, unico volano per il rilancio del territorio. Ancora una volta la Regione Campania, se tutto ciò fosse vero, si conferma un caso unico in tutta Italia: non potendo e non volendo procedere all’assunzione di nuovo personale, il Governatore Caldoro costringe dipendenti oramai esausti e stanchi a rimanere al proprio posto, mettendo a disposizione dei cittadini un servizio di qualità discutibile. Ricambio generazionale, redistribuzione del reddito e aumento dei livelli occupazionali sono l’unica possibilità per cambiare, sempre più consapevoli che solo un cambio generazionale anche della classe dirigente è l’unica strada perseguibile per il, rilancio. La Regione la smetta di imprigionare di vuole andare via e si attivi a fare entrare chi, da giovane e disoccupato ha il diritto a costruirsi il futuro nel suo territorio. (Pietro Antonacchio)
