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SCAFATI. LA GORI NON PUO’ CHIUDERE I RUBINETTI DEI CITTADINI MOROSI

L’associazione Spes di Scafati denuncia la Gori riguardo la prassi della società gestore dell’acqua di chiudere la fornitura in caso di utenti morosi.
Secondo Mariarosaria Vitiello é assurdo in tempo di crisi e di difficoltà economiche che le famiglie più deboli e che non riescono a sostenere i costo del servizio si ritrovino private dell’acqua che è bene primario e pubblico.
Il fatto che la Gori goda dello strumento della
sospensione della fornitura,  è un abuso. L’acqua è un bene primario, naturale ed essenziale. Non può esistere un  soggetto al mondo che possa privare un cittadino dell’acqua.
E’ una battaglia di civiltà, di buon senso ma soprattutto di umanità
«Questa vicenda rafforza le battaglie che conduciamo da anni a favore dell’acqua pubblica, contro la Gori e contro questa amministrazione comunale che, nonostante l’esito del referendum, e dei continui proclami -propaganda del Sindaco Aliberti continua a fare orecchie da mercante . Abbiamo chiesto come associazione e attraverso petizione pubblica che l’amministrazione comunale scinda il contratto con la Gori ed avvii il processo di ripubblicizzazione dell’acqua così come già fatto in tanti altri comuni afferenti all’Ato 3
Ricordiamo che dieci comuni hanno giá fatto ricorso al Tar contro l’aumento indiscriminato della bolletta dell’acqua e tra essi non compare il comune di Scafati. Tra questi   annoveriamo invece  le città di Castellammare di Stabia, Angri, Nocera Inferiore, Fisciano, Castel San Giorgio, Roccapiemonte, Pompei, Casalnuovo di Napoli, Roccarainola, e Sarno che hanno detto no  all’aumento tariffario del 13,4%, deciso in completa autonomia dall’azienda Gori. La Regione Campania ,  avrebbe dovuto legiferare entro il 2012 il riordino delle competenze degli enti locali relative al servizio idrico, ma non ha adempiuto ai propri obblighi ed ha commissariato le autorità d’ambito, eliminando lo strumento più democratico esistente nella gestione del servizio idrico. Proprio durante il commissariamento la Regione Campania con le delibere di Giunta Regionale n. 171 e 172 del 2013 (cosiddetta delibera Salva-GORI) ha scontato e ristrutturato il debito che la società GORI s.p.a. aveva maturato nei confronti della Regione per un ammontare di 282 milioni di euro, contemporaneamente, il Commissario Straordinario Carlo Sarro (sempre di nomina regionale, espressione Pdl vicino a Cosentino) con delibera n. 17/2013 ha provveduto ad aumentare le tariffe del Servizio idrico del gestore Gori del 13,4%, con ulteriori aumenti in previsione negli anni a venire”.  L’acqua – come giá  ricordano i comitati – è un bene comune così come sancito dal referendum del 2011. Essa deve tornare ad essere gestita dai comuni e dalle comunità di cittadini che ne usufruiscono, secondo una gestione efficiente, democratica e partecipata”. E il ricorso al Tar della Campania rimette al centro del dibattito politico e istituzionale campano la questione dei Beni Comuni e la priorità dell’interesse pubblico rispetto a quello privato.
«Saremo sempre al fianco dei cittadini che subiscono questi soprusi. Se la legge consente alla Gori la sospensione per morosità dell’erogazione del servizio alle famiglie che risiedono nei pressi di fontane pubbliche, crediamo sia altrettanto legittimo sospendere la gestione del servizio a una società che nel corso di questi anni ha accumulato un debito di oltre 500 milioni.
Mariarosaria Vitiello
Presidente associazione Spes

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