S’allarga l’inchiesta sugli istituti di credito accusati di applicare tassi d’interesse al di sopra della soglia di usura fissata per legge: adesso oltre a Salerno c’è un’altra Procura che indaga, quella di Vallo della Lucania, e, oltre a Mps, Bnl e Unicredit, c’è un’altra banca coinvolta, la Banca del Cilento Credito Cooperativo s.c.p.a., ora banca del Cilento e Lucania Sud. Mentre è sempre la stessa l’impresa di costruzioni, fallita nel 2010, che ha allertato gli inquirenti sia di Salerno che di Vallo della Lucania con una serie di circostanziate denunce: la Karma srl.
Sei i funzionari indagati per usura bancaria: Osvaldo Santoro, direttore e vicedirettore generale della banca nonchè responsabile ad interim area affari e relazioni creditizie, Pasquale Cerullo, direttore della filiale 1 e vicedirettore generale, Ersilia Casale, preposto della filiale di Vallo 1, Maria Antonietta Luongo, settorista gestore area territoriale Vallo 1, Egidio Esposito, settorista gestore area territoriale Vallo 1 e Massimo Ruggiero. Secondo il sostituto procuratore Alfredo Greco, che ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, i sei funzionari, agendo in concorso tra loro con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, «addebitavano alla Karma srl (….) in relazione ai rapporti bancari sviluppatisi attraverso vari conti correnti (….) ed allo sconto di tre effetti cambiari, sotto forma di interessi, competenze e spese accessorie varie, a favore della filiale di Vallo della Lucania della Banca del Cilento Credito Cooperativo s.c.p.a., interessi o altri vantaggi usurari ammontanti a 299.534,54 euro quale somma addebitata sui predetti conti correnti e a 10.347,90 euro quale competenze addebitate per le operazioni di sconto cambiario». Le operazioni si sarebbero svolte a Vallo della Lucania in un lasso di tempo che va dall’agosto 2001 al giugno 2010, poco dopo la sentenza di fallimento che ha gettato in uno stato di prostrazione il titolare dell’impresa. Al punto da spingerlo più volte a tentare il suicidio. Fin qui il nuovo capitolo di un’inchiesta che sta già mettendo in subbuglio il mondo del credito salernitano. E non solo vista la caratura decisamente nazionale di alcuni dei sedici indagati nel troncone della Procura di Salerno: da Giuseppe Mussari, ex presidente del Monte dei Paschi di Siena, coinvolto anche nella bancarotta fraudolenta del pastificio Amato, a Luigi Abete, ex presidente di Confindustria, nella veste di presidente nazionale della Bnl, e all’ex ministro Paolo Savona, ex presidente Unicredit. Ora la parola passa a loro, potranno presentare un’eventuale memoria difensiva e produrre documenti prima che la Procura chieda per tutti il rinvio a giudizio.
tratto da corrieredelmezzogiorno.it