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CAMERA DI COMMERCIO, ILARDI A IL MATTINO: “BASTA DIVISIONI, ORA UNA NUOVA FASE”

Con una lettera inviata al quotidiano IL MATTINO, Antonio Ilardi, Vice Presidente uscente della Camera di Commercio, illustra il futuro dell’Ente, anche alla luce delle recenti modifiche apportate dal Governo sul funzionamento e sulle fonti di finanziamento.

 

 

Caro Direttore, rientro oggi dalle ferie estive e la realtà mi pone immediatamente dinanzi a scelte importanti per la nostra comunità. Mercoledì sarò, infatti, chiamato, insieme a 31 colleghi, a concorrere all’elezione del nuovo Presidente della Camera di Commercio di Salerno che traghetterà l’Ente al rinnovo del prossimo Aprile. Grazie ai media e agli inseparabili cellulari ho seguito con attenzione il dibattito sviluppatosi nel mese di Agosto sulla scelta del profilo più adeguato a rappresentare le categorie economiche della nostra provincia. Un particolare credo, però, manchi all’appello delle riflessioni estive e non è di poco conto. Le Camere di Commercio hanno subito, nel corso del 2014, una radicale trasformazione a causa della drastica diminuzione del diritto annuale che ha rappresentato, al tempo stesso, un flebile beneficio per le aziende ed un significativo ridimensionamento delle casse camerali. Tale processo si acuirà ancor di più nei prossimi anni, grazie alla vigente previsione legislativa che sancisce ulteriori riduzioni delle entrate. Molte Camere di Commercio italiane hanno problemi di sussistenza e sono destinate all’accorpamento. La Camera di Commercio di Salerno nel 2015 ha potuto appostare fondi destinati alle attività di promozione del Territorio solo grazie all’oculato contenimento della pianta organica e ad una attenta gestione dei costi. Tuttavia, tali risorse sono un quarto di quelle del 2014 e diminuiranno ancora tendendo progressivamente a zero. In questo scenario l’Ente non è in grado di dare alcuna auspicabile scossa allo sviluppo del Territorio. Anzi, pregevoli iniziative quali il sostegno alle Fiere collettive ed individuali, la realizzazione di missioni internazionali, l’accompagnamento al credito, la riqualificazione delle aree industriali, che hanno da sempre rappresentato il fiore all’occhiello dell’esperienza camerale salernitana, non troveranno alcuno spazio nel bilancio camerale. Men che meno e’, quindi, prevedibile che in futuro la Camera di Commercio di Salerno continui a mettere in campo significativi interventi per il potenziamento di infrastrutture strategiche quali, ad esempio, quella aeroportuale. Mercoledì non basta, dunque, eleggere un Presidente. Occorre, al tempo stesso, prospettare un originale modello campano di azione delle Camere di Commercio, basato su una strettissima collaborazione con l’Ente Regione. Servirebbe, dunque, trasformare di fatto le Camere di Commercio, sia quelle campane che quelle italo-estere attive sul nostro Territorio, in soggetti intermediari di Fondi Europei a gestione regionale al fine di replicare esclusivamente la parte migliore e più qualificata delle attività compiute nel corso degli anni. Fiere, credito e sostegno all’export possono costituire gli assi prioritari di questa collaborazione istituzionale. Le Camere di Commercio hanno strutture tecniche ed umane adeguate a tale scopo. Sono anche dotate della necessaria capillarità e prossimità territoriale. Con la guida e il coordinamento regionale possono, quindi, rappresentare il vero Sistema di promozione del Made in Campania del prossimo decennio. Si può fare. Mettendo da parte gli scontri. E aprendo una nuova fase basata su una lungimirante operosità.

Caro Direttore, rientro oggi dalle ferie estive e la realtà mi pone immediatamente dinanzi a scelte importanti per la nostra comunità. Mercoledì sarò, infatti, chiamato, insieme a 31 colleghi, a concorrere all’elezione del nuovo Presidente della Camera di Commercio di Salerno che traghetterà l’Ente al rinnovo del prossimo Aprile. Grazie ai media e agli inseparabili cellulari ho seguito con attenzione il dibattito sviluppatosi nel mese di Agosto sulla scelta del profilo più adeguato a rappresentare le categorie economiche della nostra provincia. Un particolare credo, però, manchi all’appello delle riflessioni estive e non è di poco conto. Le Camere di Commercio hanno subito, nel corso del 2014, una radicale trasformazione a causa della drastica diminuzione del diritto annuale che ha rappresentato, al tempo stesso, un flebile beneficio per le aziende ed un significativo ridimensionamento delle casse camerali. Tale processo si acuirà ancor di più nei prossimi anni, grazie alla vigente previsione legislativa che sancisce ulteriori riduzioni delle entrate. Molte Camere di Commercio italiane hanno problemi di sussistenza e sono destinate all’accorpamento. La Camera di Commercio di Salerno nel 2015 ha potuto appostare fondi destinati alle attività di promozione del Territorio solo grazie all’oculato contenimento della pianta organica e ad una attenta gestione dei costi. Tuttavia, tali risorse sono un quarto di quelle del 2014 e diminuiranno ancora tendendo progressivamente a zero. In questo scenario l’Ente non è in grado di dare alcuna auspicabile scossa allo sviluppo del Territorio. Anzi, pregevoli iniziative quali il sostegno alle Fiere collettive ed individuali, la realizzazione di missioni internazionali, l’accompagnamento al credito, la riqualificazione delle aree industriali, che hanno da sempre rappresentato il fiore all’occhiello dell’esperienza camerale salernitana, non troveranno alcuno spazio nel bilancio camerale. Men che meno e’, quindi, prevedibile che in futuro la Camera di Commercio di Salerno continui a mettere in campo significativi interventi per il potenziamento di infrastrutture strategiche quali, ad esempio, quella aeroportuale. Mercoledì non basta, dunque, eleggere un Presidente. Occorre, al tempo stesso, prospettare un originale modello campano di azione delle Camere di Commercio, basato su una strettissima collaborazione con l’Ente Regione. Servirebbe, dunque, trasformare di fatto le Camere di Commercio, sia quelle campane che quelle italo-estere attive sul nostro Territorio, in soggetti intermediari di Fondi Europei a gestione regionale al fine di replicare esclusivamente la parte migliore e più qualificata delle attività compiute nel corso degli anni. Fiere, credito e sostegno all’export possono costituire gli assi prioritari di questa collaborazione istituzionale. Le Camere di Commercio hanno strutture tecniche ed umane adeguate a tale scopo. Sono anche dotate della necessaria capillarità e prossimità territoriale. Con la guida e il coordinamento regionale possono, quindi, rappresentare il vero Sistema di promozione del Made in Campania del prossimo decennio. Si può fare. Mettendo da parte gli scontri. E aprendo una nuova fase basata su una lungimirante operosità.