DE LUCA A LIRA TV: “CHI E’ CONTRO IL GOVERNO LO DICA ORA NON IL 30 LUGLIO”

Il trasformismo è il filo rosso che unisce la storia d’Italia fin dalla sua unità, un filo rosso che si esprime nel “pulcinellismo”. Sono passati appena tre mesi e mezzo da quei giorni di totale sbandamento politico e il pulcinellismo è di nuovo venuto a galla. Chi è impegnato sui versanti dell’economia e della crisi e deve affrontare i problemi veri della gente e delle imprese, si ritrova di fronte ad un mondo virtuale dominato dal caos, un vero e proprio carnevale nazionale.

 

Ad alimentarlo, da una parte alcuni nel PD che ogni mattina ripetono di sostenere il Governo Letta ma al tempo stesso ogni giorno creano una polemica, dall’altra le tante dimostrazioni di irresponsabilità di diversi esponenti del PDL che hanno assunto comportamenti indecenti, ricattatori, volgari, scorretti sul piano istituzionale e intollerabili sul piano politico. Chi minaccia di far mancare il sostegno al Governo o di bloccare i lavori parlamentari in caso di condanna di Berlusconi è indegno di rappresentare l’Italia. A queste persone dico brutalmente: “se vi siete stancati di essere responsabili, abbiate il coraggio politico e l’onestà intellettuale di mettere in crisi il Governo non il 30 luglio, ma domani mattina; se avete in testa un’idea di collaborazione improntata al ricatto o alla sovrapposizione di questioni partitiche, personali, giudiziarie ai problemi dell’Italia, avete il dovere di staccare la spina al Governo, ovviamente assumendovene le responsabilità”. Questa sfida vale per tutti, perché non si può avere un Governo che dalla mattina alla sera deve essere distratto dal pulcinellismo delle forze politiche, fatto di ipocrisia e di ricatti. Se la Suprema Corte riconosce che un cittadino di questo Paese ha violato la legge, cosa dobbiamo fare? Per quello che mi riguarda dobbiamo semplicemente rispettare la sentenza del giudice. Peraltro, fra i magistrati di Cassazione ci sono personalità, come quella di Piercamillo Davigo e di altri magistrati, di un livello culturale e di una autorevolezza straordinari. Se fosse per me, metterei nella mani di Davigo la riforma della giustizia.
Se si ha la forza di distinguere i diversi piani, si continua a lavorare per risolvere i drammatici problemi del Paese. Questo almeno fino a che non si modifica la legge elettorale. L’alternativa è andare a votare domani con questo sistema, a meno che i 5 Stelle, illuminati da qualche stella cometa, non decidano di fare le persone responsabili.
Credo che il Governo possa fare ancora di più sotto tanti aspetti. Sulle Province, per esempio, credo che i tempi che ci siamo dati sono troppo lunghi. Mi sembra ci siano ritardi anche nella organizzazione della funzionalità del Governo: bisogna mettere il Governo in condizione di funzionare in maniera più rapida in rapporto alle forze produttive e ai ceti professionali. Se ci sono critiche in tal senso e inviti a svegliarsi, va benissimo. Non va bene creare il caos.
Altro che le scemenze della politica: in questo momento si stanno comprando l’Italia. Abbiamo perso una grande marca del tessile e una azienda agroalimentare; stiamo uscendo fuori mercato con i porti; non facciamo nulla di concreto un nuovo destino industriale per l’Italia, pur avendo aziende di grandissima prospettiva. Noi potremmo creare un polo del trasporto italiano di assoluta eccellenza, perché abbiamo tecnologie, ricerche ed esperienze eccezionali. Queste sono le cose su cui concentrarsi, ma il dibattito politico dedica a temi decisivi neanche un millesimo del suo tempo.

 

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