Nel giallo estivo riguardante la sospensione di Vincenzo De Luca dalla carica di presidente della Regione Campania, un importante ruolo ha avuto la federazione Sel di Salerno coordinata da Franco Mari che, in sintonia col prof. avv. Arnaldo Miglino, coordinatore del Circolo SEL di Ogliastro Cilento ‘Carlo Rosselli’, ha sviluppato una serie di iniziative alle quali i fatti hanno dato sinora ragione. Sel ha diffidato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ad applicare tempestivamente la legge Severino ed a accertare immediatamente la sospensione di Vincenzo De Luca dalla carica e, nel contempo, ha evidenziato i reati nei quali il Presidente del Consiglio sarebbe potuto incorrere ove mai non avesse provveduto: rifiuto di atti d’ufficio, abuso d’ufficio, usurpazione di potere politico. La diffida è stata anche inoltrata al Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma, Giuseppe Pignatone, affinché siano perseguite eventuali illiceità.
Con successiva diffida rivolta a tutti i componenti del Consiglio dei Ministri, Sel ha evidenziato l’illegittimità di un decreto legge teso a legittimare il De Luca nell’esercizio della funzione.
Come è ben noto, nessun decreto legge è stato emanato e Renzi ha emesso il provvedimento di sospensione.
Quale sarà ora la prossima puntata di questa sconcertante ma avvincente storia di inizio estate? Franco Mari e Arnaldo Miglino non hanno dubbi: benché la legge Severino sia mal fatta, esistono le regole per risolvere il caso secondo giustizia. I due esponenti SEL spiegano che la sospensione del De Luca dalla carica si è verificata già al momento della proclamazione. Il successivo provvedimento del Presidente del Consiglio ha un semplice effetto dichiarativo e pertanto, come dice la Suprema Corte di cassazione, un provvedimento del genere non può far decorre gli effetti della sospensione stessa da un momento successivo alla proclamazione. Il De Luca è attualmente privo di tutti gli attributi e di tutte le potestà che normalmente conseguono all’elezione, ivi compreso il diritto di insediarsi. Perciò non potrà mai nominare i componenti della Giunta regionale e il Vice presidente, sicché tali organi non potranno mai insediarsi legittimamente. Si tratta di un impedimento permanente, ipotesi per la quale lo Statuto della Regione Campania prevede che il Vice presidente indica nuove elezioni. Ma, come si è visto, in questo caso non vi è un Vice presidente che possa svolgere legittimamente le sue funzioni. Come si esce da questo rompicapo? Semplicemente, dicono gli esponenti Sel, rispettando l’art. 120 della costituzione. Questa norma prevede che il governo possa sostituirsi agli organi regionali quando, come spiega la corte costituzionale, vi sono interessi “essenziali” da proteggere. Spetta dunque al Governo prendere i provvedimenti più opportuni (compresa la nomina di un commissario ad acta) per garantire l’applicazione dello Statuto della Regione Campania laddove contempla lo scioglimento del Consiglio Regionale e l’indizione di nuove elezioni. Questo, in sintesi, è quanto è stato fatto presente nella seconda diffida, inoltrata anche al Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma e al Presidente della Repubblica affinché si attivino secondo le rispettive competenze. Gli esponenti Sel sono agguerriti più che mai e pronti ad ulteriori iniziative per ottenere il rispetto della legalità. C’è da creder loro.