Non sarà certo il Mes, il fondo europeo salva Stati a mettere in crisi governo e maggioranza. Resteranno sotto traccia tutte le polemiche che dal dicembre del 2012, governo Monti, hanno accompagnato il dibattito sul Mes, ma nulla fa pensare che il 30 giugno, quando il parlamento affronterà le votazioni sulla ratifica da parte del governo del fondo salva Stati, possa accadere l’irreparabile.
Le posizioni sono chiare: Fratelli d’Italia ha ribadito il suo no alla ratifica che la premier Giorgia Meloni vuole agganciare alla trattativa in sede europea sulla riforma del Patto di stabilità, e lo stesso ha fatto la Lega che sul Mes, fin dal 2012, ha sempre detto di no. Favorevole alla ratifica sarebbe ed è Forza Italia ma è fantascientifico pensare che il partito guidato ora da Antonio Tajani possa spaccare la maggioranza votando per la ratifica. Che la maggioranza sia compatta lo dimostra quanto accaduto ieri in commissione Esteri alla Camera, dove è stato approvato un progetto di legge di ratifica votato solo dal Partito democratico e da Terzo polo, in assenza di tutti i rappresentanti della maggioranza e con l’astensione di Movimento 5 stelle ed Alleanza Verdi e sinistra. Che il disegno di legge in discussione il 30 giugno possa essere approvato sembra una ipotesi senza alcun fondamento.