Qui a Bologna alla Fiera per ‘Smart city exhibition’. Con il Ministro Delrio ed il sindaco di Bologna, Merola.
Si discute del futuro di città metropolitane e Regioni. Ho una mia idea.
Stanno nascendo città metropolitane con tutti i difetti, e non i pregi delle funzioni di area vasta. Si sta pensando a grandi hub organizzati sui perimetri amministrativi rigidi che tendono ad avere tutto dentro. E’ un errore, bisogna governare le funzioni, la sanità, il ciclo dei rifiuti, i trasporti, il capitale umano, la cultura che hanno perimetri differenti e difformi. Con meccanismi flessibili e moderni altrimenti costruiamo gabbie. Guardiamo alle migliori esperienze nel mondo dove si parte dai problemi per risolverli e non dal potere amministrativo da garantire alla politica.
Bisogna fare altro, per le città metropolitane e per le Regioni.
Abbiamo assistito al dibattito sullo scioglimento delle province, avremmo dovuto parlare delle scioglimento delle regioni. Bisogna dirlo con coraggio. Così non servono, vanno sciolte.
E’ necessario una operazione verità è impossibile andare avanti con l’attuale formula. Oggi questi Enti, trasformati in mini Stati, rappresentano un limite allo sviluppo con i limiti posti dal patto di stabilità. Sommano oggi tutte le contraddizioni e i limiti e non sono utili, perché non servono piccoli Stati in uno Stato ai quali si vuole assegnare il solo compito di contrarre la spesa quindi di conseguenza i diritti dei cittadini.
Al mio posto potrebbe esserci più utilmente un dirigente della ragioneria generale dello Stato dei quali ho, sia ben chiaro, grande rispetto.
Le regioni nascono per essere enti di programmazione di aree vaste, non enti di gestione, ma garanti dell’equilibirio territoriali dei diritti dei cittadini e delle imprese. Questo devono tornare ad essere, nuove, più grandi di quello che sono oggi e con bilanci leggeri.
Bisogna disegnare ed immaginare con coraggio un nuovo assetto istituzionale. Solo così si costruisce un Paese moderno. E’ la sfida del Governo, del futuro, di chi vuole cambiare.
Abbiamo fatto i miracoli ma al Paese serve altro. Stiamo razionalizzando società, uscendo da quelle non strategiche, diminuito i costi delle politica, riformato la macchina e rimesso i conti in ordine per quanto possibile. Recuperato i ritardi in Europa. Ma è l’assetto che deve cambiare
