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LEGGE SEVERINO, IANNONE (FDI-AN) DIFFIDA VINCENZO DE LUCA E MATTEO RENZI

Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale diffida Matteo Renzi e Vincenzo De Luca rispetto all’applicazione della Legge Severino, che – salvo clamorosi ma improbabili colpi di scena – colpirà il neo governatore della Campania, a seguito della condanna per abuso d’ufficio legata alla vicenda della costruzione del termovalorizzatore di Salerno.  

 

E’ questa, dunque, una delle contromosse a cui sta lavorando da diversi giorni il centrodestra, in particolare il partito guidato a livello nazionale da Giorgia Meloni, che è pronto a fare le barricate sia politiche ma soprattutto giudiziarie contro qualsiasi provvedimento considerato “ad personam”, che temono possa arrivare da Palazzo Chigi . Anche se al momento tutti, da Renzi a Cantone passando per lo stesso ex sindaco di Salerno, hanno escluso più volte questa possibilità, che rischierebbe di diventare un vero e proprio caso nazionale. Fatto sta che i vertici regionali della destra hanno deciso di prevenire, attraverso le vie legali, le mosse dei loro avversari. Tutta la documentazione, redatta dagli avvocati amministrativisti Antonio Palma e Marcello Feola e firmata dal presidente regionale di Fdi-An Antonio Iannone, è pronta per essere consegnata all’ufficiale giudiziario, che a sua volta la notificherà ai due destinatari, ossia al presidente del consiglio dei ministri e al governatore della Campania. Il tutto, ovviamente, partirà appena saranno proclamati i nuovi membri dell’assise di Palazzo Santa Lucia. Nella diffida indirizzata a Renzi, Iannone basa le sue tesi partendo dall’art 8 della Legge Severino che parla di “sospensione e decadenza di diritto per incandidabilità alle cariche regionali”, a cui si aggiunge il comma 4 che conferma come “i provvedimenti giudiziari che comportano la sospensione sono comunicati al Prefetto del capoluogo della Regione che ne dà immediata comunicazione al presidente del consiglio dei Ministri, il quale, sentiti il Ministro per gli affari regionali e il Ministero dell’Interno, adotta il provvedimento che accerta la sospensione”. Il che equivale a dire che il decreto di Renzi avrà un effetto ricognitivo e non costitutivo della sospensione, perché quest’ultima discende direttamente dalla legge. Quindi nel provvedimento del governo dovrà essere scritta la parola “accerta” e non “dispone”. Così come avvenuto negli anni scorsi per gli ex governatori Iorio (Molise) e Scopelliti (Calabria). Nella diffida che sarà inviata a De Luca, invece, Iannone lo invita a non nominare ne il vice presidente ne la giunta, considerato ciò che prevede il comma 4 della Legge Severino. Ogni suo atto, dunque, risulterebbe nullo. In caso contrario – si legge nella due diffide – i promotori si dicono pronti a rivolgersi a “tutte le autorità giudiziarie competenti, in sede penale, civile e amministrativa”. Insomma, ad iniziare una vera e propria battaglia legale. “In questi giorni – spiega Iannone – c’è molta confusione e quindi è giusto distinguere i fatti politici da quelli giuridici. De Luca ha vinto, ma il diritto è uguale per tutti. La Legge Severino ha gambizzato numerosi amministratori locali e cacciato dal parlamento anche Silvio Berlusconi. A noi – chiarisce – interessa che venga applicata com’è stato fatto finora”. Inevitabile anche una frecciata al Pd: “Se ci sarà caos istituzionale, la colpa sarà solo di coloro che hanno candidato una persona che sapevano che sarebbe stata sospesa”.

Il Mattino di Salerno di Roberto Junior Ler