Mara Carfagna e Nunzia de Girolamo

MARA E NUNZIA SE LE DANNO DI SANTA RAGIONE

Mara Carfagna e Nunzia de GirolamoSi contendono la leadership regionale, all’interno del Partito del Popolo della Libertà, almeno per quanto riguarda la componente femminile del movimento del segretario nazionale ANGELINO ALFANO.
Una battaglia politica cominciata in Parlamento, anche nel corso del Governo Berlusconi, proseguita nella fase della crisi del PDL, al culmine proprio in questo caldo mese di Luglio, quando i vertici dei diversi partiti sono alle prese con le griglie delle potenziali candidature per le prossime elezioni politiche.

Da una parte c’è l’ex Ministro MARA CARFGNA, dall’altra l’attuale Coordinatrice Provinciale del PDL a Benevento NUNZIA DE GIROLAMO.

Che tra le due non sia mai corso buon sangue è un fatto risaputo. La CARFAGNA e la DE GIROLAMO, soprattutto nell’ambito degli ambienti romani e parlamentari, si sono sempre e solo sopportate: chiaro per entrambi l’obiettivo era quello di conquistare la leadership in rosa in tutta la Regione Campania. E diciamo pure che, fino a quando la parlamentare salernitana ha tenuto stretta tra le mani la delega governativa alle Pari Opportunità, non c’era partita. Chiusa l’esperienza delle riunioni a Palazzo Chigi, gli equilibri si sono spostati dalla parte della deputata sannita, finita agli onori della cronaca anche per il matrimonio bipartisan con il parlamentare pugliese del PD BOCCIA. Una unione che, in una fase politicamente delicata come quella che stiamo vivendo, è stata vista di buon occhio; poi il successo ottenuto al congresso provinciale (Benevento, per numeri di iscritti, non vale Salerno), ha riportato la DE GIROLAMO in testa alla classifica delle donne campane del Partito del Popolo della Libertà.

Ma, oggi, perchè c’è tanta competizione tra MARA CARFAGNA e NUNZIA DE GIROLAMO ? Il problema è collegato, come dicevamo in precedenza, alla composizione della lista, nel caso in cui la legge elettorale non cambiasse: elette nello stesso collegio (Campania 2, ndr), con ogni probabilità ricandidate nell’ambito della stessa area elettorale, a chi verrà consegnato il numero piu’ basso della lista ? C’e’ chi dice che il “capolistato” non può che andare appannaggio di un ex ministro, altri, invece, sostengono la teoria della “forza misurata al momento della candidatura”. Una questione formale, a meno che non ci sia una modifica della legge elettorale. In questo caso, con l’eventuale introduzione delle preferenze, da Roma si preannuncia l’obbligo del doppio voto con un consenso espresso in favore di una donna. Sulla scia di quanto avviene per la Regione Campania, due preferenze, di cui una vincolata al genere, quello femminile. Sia la CARFAGNA che la DE GIROLAMO, che Roma la frequentano eccome, sono a conoscenza di questa ipotesi. E se le stanno già dando, in senso figurato, di santa ragione.

 

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