NO A REFERENDUM SU AUTONOMIA, IL MINISTRO CALDEROLI: “TRA I CACICCHI QUALCUNO SI ERA ILLUSO”

Il giorno dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato inammissibile il Referendum sulla legge dell’Autonomia Differenziata, dal Governo arrivano dichiarazioni dirette, soprattutto, a chi, nei mesi scorsi, ha guidato la crociata contro la Legge, sia all’interno dei Consigli Regionali che tra i cittadini con la raccolta delle firme. A parlare è anche il Ministro delle Autonomie Regionali Roberto Calderoli.

 

“Io – osserva il Ministro – temevo che il referendum avrebbe rappresentato un elemento di divisione dell’Italia. Diciamola così: chi chiedeva un referendum contro la legge che divideva il Paese, avrebbe diviso il Paese con il referendum. Da un certo punto di vista, mi spiace: la consultazione popolare è un istituto fondamentale. Qui però avrebbe fatto venir meno le panzane dei cacicchi e dei loro sodali: i referendum non basta indirli, ma garantire la partecipazione del 5o più un voto. Qualcuno si era illuso. Finora abbiamo sentito solo la voce dei contrari, con il referendum avremmo sentito tutta l’Italia”. C’è chi dice: il referendum è stato respinto perché con la precedente sentenza la Consulta aveva smontato la legge: “Se qualcuno dice questo, significa che la Cassazione, nel suo responso, avrebbe sbagliato. E invece il quesito, dopo la pronuncia della Corte, esisteva ancora. Ed è cosa diversa dal merito su cui ieri è intervenuta la Consulta”.