NUOVA LEGGE ELETTORALE. CONTINUA L’ALLERGIA ALLE PREFERENZE, SEMPRE PEGGIO

Riforma, controriforma, revisione e controrevisione ma tutti i progetti per la modifica della Legge Elettorale per le Politiche non prevedono nessun legame con l’elettorato, affidando, in maniera semplicistica, la selezione della classe dirigente alle segreterie dei partiti. Anche l’ultimo Disegno di Legge, che si trova al vaglio della Commissione Affari Costituzionali, nella sua prima stesura, passibile di eventuali emendamenti, non prevede alcun riferimento alle preferenze, ma una semplice “X” con la quale l’elettore si limita ad indicare il partito per il quale esprime il suo voto.

Certo, ci sono le liste dei candidati ma i cittadini non possono influire sull’ordine di presentazione, preferendo il terzo al primo, la seconda alla quarta della lista. Una legge elettorale, oggi, con la riduzione del numero dei Parlamentari, meriterebbe una riflessione per garantire una scelta concreta ed effettiva da parte degli elettori: se ci sono meno seggi a disposizione, che si mettano in competizione almeno piu’ candidati e candidate, da scegliere con l’indicazione del nome e del cognome. Fanno tanta paura le preferenze ? Rendono gli eletti piu’ liberi rispetto ai partiti e vincolati ad un mandato elettorale vero con elettori e cittadini ? E’ questo che rendono la politica, tutta la politica, allergica alle preferenze. Spesso, ma non sempre perchè quando si tratta di eleggere i consiglieri regionali ed i consiglieri comunali il sistema elettorale è ancora quello (per fortuna) delle preferenze.