PD E M5S ESPLOSI DOPO LA CADUTA DEL GOVERNO CONTE: E NON FINISCE QUI

Prima è toccato a Luigi Di Maio, sostanzialmente commissariato da Grillo che al suo posto ha voluto l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Poi è stata la volta del Segretario del Pd Nicola Zingaretti che, quando si è reso conto degli errori macroscopici commessi nelle ultime settimane, ha trovato la via d’uscita del fuoco amico per rassegnare le dimissioni dalla guida del partito. Ed ora i due partiti dovrebbero, nel pieno di una tempesta di correnti e di varie sensibilità, dovrebbero anche affrontare il tema delle alleanze per le prossime elezioni comunali di autunno ? L’aria che tira, soprattutto all’interno del Partito Democratico, è cattiva, pesante, perchè se anche Zingaretti dovesse fare un passo indietro dovrà scendere a compromessi con le diverse fazioni presenti nel PD che, di certo, non digeriscono un accordo, senza se e senza ma, con il Movimento 5 Stelle che, a sua volta, si prepara a cambiare nome, inserendo la dicitura Italia 2050 che, sinceramente, pare abbastanza ambiziosa. M5S e PD assomigliano a due malati cronici che, senza rivolgersi ad un buon medico, continuano a raccontarsi i reciproci malanni nella speranza che il solo parlarne possa servire come cura.

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