Don Camillo e Peppone

PEPPONE E DON CAMILLO NEL CILENTO. PIERRO CONTRO DON CITRO

“A breve la “Mingardina” sarà aperta regolarmente al transito. L’Amministrazione provinciale, che da tempo è al lavoro per la messa in sicurezza dell’ importante arteria, ha avuto l’autorizzazione dalla Regione Campania per utilizzare un finanziamento di 300 mila euro, derivante dalle economie relative al dissesto idrogeologico, concesso dall’assessorato regionale retto da Edoardo Cosenza, che ringrazio per l’interessamento”. Così, l’assessore ai Lavori Pubblici, Attilio Pierro, sui lavori che interessano la “Mingardina”. “Stiamo lavorando in sinergia con il Comune di Camerota- continua- per trovare una soluzione congiunta al disagio che i vacanzieri e i pendolari sono costretti a subire nella percorrenza della strada. I ritardi che si sono registrati nei lavori non sono certo da addebitare alla Provincia di Salerno che, nonostante attraversi un critico momento finanziario, ha provveduto a soluzioni tampone nell’attesa di reperire le necessarie e cospicue risorse da destinare al completamento dell’opera”.

 

“Voglio ricordare a don Gianni Citro –sottolinea- che servono preti che annuncino la buona novella ai fedeli e siano testimoni, tra l’altro, di onestà intellettuale e non essere megafoni di una becera propaganda strumentale e partigiana. A don Citro ricordo che il cattolicesimo esprime unione e condivisione e non faziosità e falsità. Si preoccupi, quindi, della cura delle anime e di svolgere bene la sua delicata missione, piuttosto che perdere tempo per fare il prezzemolo di ogni minestra”. “La verità- conclude- è che adesso don Gianni si duole per i bei tempi “d’oro”, quando i rilevanti finanziamenti elargiti dalla Provincia e dalla Regione di centrosinistra rimpinguavano le casse del “Meeting del Mare” e di “Palinuro Griffe” a discapito del Cilento tutto. A quei tempi, don Gianni si guardava bene dal lagnarsi delle condizioni delle strade cilentane abbandonate a loro stesse da una Provincia dalle finanze allegre, tanto da far invidia alla cicala di Esopo”.

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