Per ogni passeggero partito o arrivato con Ryanair all’aeroporto di Verona, la società «Catullo» ha pagato alla compagnia irlandese 15 euro di principesco incentivo. Denaro pubblico, dal momento che i soci della «Catullo», che ha chiuso il 2011 con un disavanzo di 26 milioni, sono in massima parte enti locali. C’è la fine di questa «cuccagna» alla base del divorzio tra Ryanair e lo scalo veronese, annunciato ieri dalla compagnia low cost: gli attuali amministratori dello scalo avevano deciso infatti di ridiscutere il contratto con Ryanair, ritenendolo economicamente insostenibile.
Verona si vede sottrarre in questo modo 11 voli giornalieri e 490mila passeggeri l’anno. Il connubio con gli irlandesi è stato di breve durata, essendo cominciato il 30 ottobre del 2010: l’aeroporto «Catullo» aveva bisogno di rilancio e così accettò le condizioni di Ryanair che prevedevano un incentivo di 15 euro per passeggero (cifra non confermata ma nemmeno mai smentita) a fronte di una media italiana di 4 – 5 euro. «Un onere comunque per noi insostenibile – commenta Paolo Arena, presidente della società veronese – avremmo voluto rinegoziare il contratto ma la controparte non si è mostrata disponibile».
«Oltre ai passeggeri Verona perderà anche 500 posti di lavoro – ammonisce Michael Cawley, per conto del vettore irlandese – noi ci limiteremo a spostare il nostra traffico altrove». Gli incentivi monstre sono ora oggetto anche di una indagine da parte della Ue: l’eurodeputato leghista Lorenzo Fontana li ritiene indebiti aiuti di stato. Intanto Meridiana è pronta a subentrare a Ryanair per i collegamenti su Londra Gatwick e Palermo.
Tratto da il corriere della sera