
Lo scrive, in una nota, Pasquale Aliberti, Sindaco di Scafati.
Non mi sento un perseguitato ma forte di una verità che è nelle carte processuali e nelle decine e decine di udienze. Non giudico chi lo ha deciso per l’appello né tantomeno le motivazioni. E’ un ulteriore momento difficile che voglio affrontare con i miei avvocati Sica e Pepe, come abbiamo fatto davanti ai giudici di primo grado. Con la serenità che la giustizia ha
i suoi tempi. Riascoltare, come chiesto dalla Procura miei acerrimi avversari politici fa male ma se serve per ricostruire ancora e di più la verità ben venga. Davanti a 220 pagine di sentenza di primo grado
chiariremo ogni rigo delle 36 pagine di appello anche perché sono questioni già affrontate in primo grado. Ribadisco la fiducia nella magistratura, continuo a lavorare per la città e per i miei concittadini con serenità, perché dopo tutto quello che ho vissuto nessuno, dico nessuno può togliere il sorriso né al sottoscritto né
alla mia famiglia: hanno sofferto già troppo.