Saranno pure chiacchiere ma sono le uniche che agitano i democratici, o almeno buona parte. Guerini, Orfini, Iervolino, Bassolino, Migliore è lungo l’elenco di vertici e esponenti del Partito democratico che da settimane lanciano l’allarme sulle liste. Non solo quelle del partito. A preoccupare sono ovviamente le liste collegate e quelle di De Luca. Ad intervenire, per ovvi motivi, è la segretaria regionale, Assunta Tartaglione che fa appello alla coalizione e al candidato presidente da cui dipende la coalizione.
«Le liste civiche di programma, come ha già ampiamente chiarito Vincenzo De Luca, non sono di certo aperte al “trasformismo e ai papocchi con spezzoni di ceto politico” — dice —. Queste liste, ed è stata la richiesta esplicita che ho fatto al nostro candidato , devono comprendere personalità, imprenditori, professionisti o intellettuali anche di area moderata che intendono però “sostenere il programma” (cito parole di De Luca). È escluso, invece, che in queste liste civiche di programma possano essere inclusi trasformisti di sorta, che sperano di potersi riciclare». E conclude: «Ribadisco la richiesta alle altre forze politiche della coalizione di tener fede al nostro patto politico-programmatico: escludano, come abbiamo fatto noi e le liste civiche di programma, i trasformisti e i pezzi di ceto politico del centrodestra. È nella politica poter rivedere le proprie posizioni, ma non sono giustificati cambi di casacca a pochi giorni dal voto».
