Non si vola piu’ da Salerno ed anche chi deve muoversi in autobus non se la passa di certo bene. E’ il momento peggiore per il sistema globale dei trasporti in Provincia di Salerno. Per una mancanza di fondi, è vero, ma i tagli riguardano anche altri territori dove, però, lo stato totale di empasse nel quale si sono venuti a trovare sia il CSTP che il Consorzio Aeroporto Costa d’Amalfi non si registra affatto. Ed allora ci sono alcune riflessioni da fare.
Cominciamo dal CSTP: ieri la Provincia di Salerno ha garantito i fondi per la prosecuzione del lavoro, almeno fino all’assemblea generale dei soci di giovedì.
Magra consolazione per una azienda che ha accumulato nel corso degli ultimi 20 anni debiti su debiti, ma oggi deve fare i conti con l’assoluta indifferenza da parte dell’ente che, per legge, deve finanziare e sovraintendere ai trasporti pubblici: la Regione Campania.
Siamo alle solite: due pesi, due misure; le crisi finanziarie delle aziende di Napoli e Caserta vengono affrontate con prontezza e determinazione da Caldoro e dal professor Vetrella, quando, invece, l’SOS arriva dalla provincia di Salerno la risposta è sempre la stessa: non ci sono soldi.
Diversa, almeno in parte, la vicenda dello Scalo aeroportuale di Pontecagnano Faiano – Bellizzi dove si paga la inesperienza e lo scarso peso politico di chi è stato posto ai vertici del Consorzio e della società di gestione. Che il contratto con Alitalia veniva a scadenza lo si sapeva, che fosse difficile rinnovarlo era un fatto notorio, ed allora perché non ci si è mossi per tempo ?
Oggi qualche buontempone continua a ripetere che l’aeroporto di Salerno lavora grazie ai voli privati, quelli dei ricconi per intenderci, ma questo non serve né alla gente normale che, per lavoro e per altri motivi viaggia in aereo.
Eppoi il tanto annunciato sviluppo dell’economia legata all’aeroporto non cresce di sicuro che sulla pista salernitana atterra il jet privato di Luca Cordero di Montezemolo o di una star della moda internazionale.
