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VINCENZO DE LUCA A LIRA TV: “IL PD SI E’ COPERTO DI RIDICOLO CON LA VICENDA PRODI”

Mi sembra evidente che il Pd è il partito che ha fatto la peggior figura in tutta questa vicenda. Non è stata nemmeno fatta una adeguata comunicazione al popolo italiano. Bersani avrebbe dovuto fare una proposta formale ai 5 Stelle, sfidandoli a formare un governo basato su 4-5 punti essenziali di rinnovamento radicale: se avessero detto di sì si sarebbe formato questo governo, se avessero detto di no si sarebbe potuto comunicare al paese che i 5 Stelle ne hanno impedito la formazione. Da lì Bersani avrebbe dovuto aprire una trattativa col Pdl, perché alternative non esistevano: la sola era sciogliere le Camere e andare a votare a giugno con l’attuale legge elettorale, con lo stesso risultato di ingovernabilità, magari solo con la maggioranza alla Camera del Pdl e non più del Pd.


Il Pd si è, poi, coperto di ridicolo nella vicenda dell’elezione del Capo dello Stato. Sono stati irresponsabili quelli che in segreto non hanno votato Prodi, così come quelli, come Renzi, che hanno apertamente affossato Marini. Peraltro Prodi era un candidato non in linea con quanto stabilito dalla direzione nazionale, in quanto esponente politico di parte e non unitario. Il Pd sconta il fatto di essere diventato un partito di correnti, che Bersani non ha avuto la forza di spazzare via; sconta la mancanza di disciplina e regole; ha scontato, soprattutto in campagna elettorale, la mancanza di chiarezza rispetto a temi come il rapporto con i ceti professionali, la sburocratizzazione, la giustizia, la posizione sulle Province. E, poi, si ha scontato l’assoluta mancanza di collegamento del gruppo dirigente con i territori: il 99% dei dirigenti nazionali è campato per aria, non ha alcun rapporto con la terra. Questo era evidente da tempo. Per quanto mi riguarda, è arrivato il momento di fare piazza pulita, di guardare avanti, di ricostruire dalle macerie, perché una forza progressista è necessaria all’Italia. Noi abbiamo bisogno di forze politiche solide e organizzate e di istituzioni in grado di prendere decisioni e di sconfiggere questo cumulo di burocratismo che paralizza il paese e ne affossa l’economia.

Una nuova classe dirigente
I nuovi dirigenti dovranno essere persone capaci non solo di produrre parole o dei semplici portaborse di qualche capocorrente, ma persone che lavorano concretamente nei territori, che conoscono i problemi della gente e maturano un senso dei tempi della politica, quelli veri, quelli della crisi che brucia sulla pelle della gente. Chi vive nei territori non ha bisogno di aspettare le statistiche per sapere cosa è diventata la crisi, per sapere che molte famiglie hanno ridotto i consumi alimentari o le cure mediche per i figli. Di tutto questo, che è la vita reale, a Roma non arriva niente, perché tutti, chi più chi meno, sono fuori dal mondo.
E le forze politiche nazionali non hanno compreso nemmeno cosa sia diventata la vita sociale nei territori, il grado di violenza che si sta diffondendo in un momento in cui, peraltro, non ci sono le risorse per garantire la presenza delle Forze dell’Ordine. Lo vediamo qui a Salerno, ad esempio, alla domenica mattina, quando il lungomare è invaso da extracomunitari. Ho deciso di tornare di notte con le pattuglie dei vigili urbani in litoranea per riprendere la lotta alla prostituzione. Dobbiamo fare di tutto per difendere la vivibilità, ma certo la situazione è drammatica.

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