La liberta’ di stampa “e’ un pilastro della democrazia; si basa sulla tutela dei giornalisti che, esercitando una funzione sociale, rendono possibile il diritto dei cittadini ad essere informati. La storia italiana e’ sempre stata accompagnata dal lavoro di molti giornalisti e redazioni che, con il loro lavoro, hanno contribuito a fare crescere il nostro Paese e la consapevolezza pubblica; le inchieste sugli intrecci tra mafia e potere, sugli scandali bancari, sulle infiltrazioni criminali e sulla gestione dei rifiuti sono solo alcuni esempi”. Lo ha detto Antonio D’Alessio, deputato di Azione, intervenendo nell’Aula di Montecitorio sulle mozioni per la tutela dei giornalisti e della liberta’ di stampa
“Senza cronisti coraggiosi – ha proseguito D’Alessio – l’Italia sarebbe meno democratica; per questo gli operatori dell’informazione devono poter lavorare senza paura. Secondo il World press freedom index 2024 di Reporters sans frontie’res, l’Italia e’ scivolata al 46esimo posto su 180 Paesi, arretrando rispetto agli anni precedenti. Un capitolo a parte e’ quello delle querele temerarie, che sono diventate uno strumento di intimidazione e condizionamento nei confronti dei giornalisti: basti pensare che quasi il 70 per cento dei procedimenti per diffamazione viene archiviato. Anche la diffusa precarieta’ fra i collaboratori delle redazioni e i freelance e’ molto grave e compromette la qualita’ della informazione”.
“La nostra mozione chiede al governo di impegnarsi su alcuni punti per noi imprescindibili – ha concluso D’Alessio – e basati su una visione moderna ed europea dell’informazione: la riforma organica della diffamazione che non comprima il diritto di cronaca, il recepimento della direttiva europea contro le querele temerarie, una riforma della governance della Rai che la renda indipendente dai partiti, la tutela delle agenzie stampa prevedendo la verifica delle fonti e il sostegno alla editoria indipendenza. Senza giornalisti liberi nessuna democrazia e’ solida”.
