Tutti in presidio dinanzi all’ingresso di Palazzo SantAgostino: a cominciare dai candidati a caccia dell’ultimo voto, promesso si ma da confermare all’interno del seggio. E poi segretari provinciali di partiti, sindaci in fila con al seguito gran parte del consiglio comunale, mariapiedi colmi di politici ed aspiranti per una elezione che, fino allo scorso 4 dicembre, era in bilico ma che oggi, con ogni probabilità, rappresenta il futuro delle istituzioni. Il coro è unanime: dal centro sinistra al centro destra. Le Province, così come sono, non funzionano. Ed allora ?
Basta ambiguità create da un governo pasticcione e preoccupato dalla sua immagine esterne piu’ che dai risultati ottenuti: o le Province tornano a quelle di prima, con tanto di voto popolare, competenze e fondi, oppure meglio completare la riforma lasciata a metà dopo il referendum dello scorso 4 dicembre.
Intanto tutti alla carica perchè aveve un consigliere provinciale, come diceva Catalano, è meglio che non averlo: voto indiretto ? Ma si, l’importante è il risultato.
Per il voto popolare si attendono le politiche…