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“Ospedali covid ancora chiusi, con buona pace dei fondi investiti, mancata riorganizzazione della medicina di base, onde assicurare, adottando il modello Piacenza, una puntuale ed efficace terapia domiciliare atta a far diminuire le ospedalizzazioni ed a garantire le guarigioni. Oggi – sottolinea – paghiamo tutto questo. Tuttavia ciò che lascia basiti è la chiusura delle scuole atteso che in Campania non vi erano, soprattutto in alcune provincie situazioni emergenziali tali da imporre un lockdown ‘scolastico’. A scuola tra mille sacrifici di docenti e famiglie si entra solo in sicurezza. Ed allora comprensibile e giusto chiudere ove i contagi dilagano, ma perché disapplicare l’art 32 comma 3 della L. n. 833/1978 che faculta il presidente della giunta regionale di disporre chiusure mirate ed unicamente nelle aree davvero a rischio? Ciò denota a monte una scarsa programmazione della situazione emergenziale”.
“Sarebbe stato sufficiente chiudere ove necessario e lasciare aperto, monitorando con attenzione, le zone in cui si è ancora in condizioni di mantenere in essere ed in sicurezza le attività didattiche. Ed allora – conclude – si faccia mea culpa oppure se è vero quanto propagandato si riaprano subito le scuole e si mantengano aperte, almeno fino a quando questo sarà possibile”.
Aggiunge ancora l’avvocato Rosita Orlando “da professionista e da madre dico che è stato un errore interrompere le attività didattiche soprattutto ora che inizia la consegna dei banchi monoposto e gli istituti hanno rodato l’organizzazione scolastica all’emergenza pandemica”.
“Non credo – continua – che la chiusura delle scuole sia stata una scelta giusta in quanto ad essere messi a rischio saranno i nonni, preziosi angeli al servizio dei figli i quali anche in questo periodo di lockdown scolastico dovranno necessariamente recarsi al lavoro per garantire l’economia domestica, delegando alla parte più a rischio della popolazione l’onere di custodire i propri ragazzi”.