“I Giudici hanno stabilito che potevo affermare che tra Gambino e i carabinieri sto dalla parte dei carabinieri”. Il gip Gaetano Sgroia ha confermato definitivamente l’archiviazione del procedimento già richiesta dal PM dott.ssa Guarino nei confronti del politico salernitano, contro il quale era stata presentata una querela da parte di Cirielli in seguito a dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa. “Tra Gambino e i carabinieri io sto con i carabinieri e pensavo che tutti i carabinieri stessero con i carabinieri”. Questa la frase pronunciata da Antonio Cammarota in riferimento al procedimento Linea D’Ombra contro Cirielli.
“Esattamente un anno fa accusai la degenerazione del partito cirelliano del potere che ignora la questione morale, dimettendomi da capogruppo alla Provincia, prestigiosissima carica che nessuno aveva mai messo in discussione”, afferma Cammarota, per il quale “Cirielli difese l’indifendibile Gambino arrestato per camorra e voto di scambio”; e proprio Cirielli, scrive nelle proprie difese l’avvocato salernitano, a riferire nella querela di un articolo su Il Mattino che lo voleva su una moto sotto casa dell’amico Ganbino agli arresti, e fu proprio Cirielli a riferire “teorie complottistiche nello stesso partito contro Gambino” dicendo di non condividerle perchè le forze dell’ordine sono anche carabinieri, ma poi sorprendentemente affermando di “credere fermamente nell’onestà di Gambino”.
“Credo che per lui esponente di destra la questione morale debba essere messa al primo posto, ma così non fu per Cirielli. Per fortuna in Tribunale sono i fatti a parlare e ieri è stato ancora una volta confermato che quella mia affermazione non offendeva nessuno e posso tranquillamente ribadirla: io sto dalla parte dei carabinieri, Cirielli se ne faccia una ragione”.
Il Pm Guarino aveva già richiesto l’archiviazione per questo procedimento che è tornato davanti al Gip Sgroia dopo l’opposizione presentata da Cirielli. Il magistrato ha posto la parola fine sulla vicenda. Cammarota aveva presentato solo una memoria, sin dal primo momento “rinunciando a difese roboanti o a difensori di grido tantomeno al clamore di professori universitari, avendo avuto sempre piena fiducia nella magistratura, di cui ha atteso in silenzio la pronuncia”. Piccola curiosità: il capogruppo di Fli non ha potuto fin dall’inizio del Consiglio Provinciale del 1 ottobre proprio perché impegnato a difendersi in udienza.