Stupiscono le dichiarazioni dell’assessore provinciale al personale, Mancusi, che parla di possibili esuberi e di mobilità del personale della Provincia , in caso di attribuzioni di competenze e funzioni a Regioni e Comuni e in caso di conferma dei tagli economici previsti dal Governo con il disegno di legge stabilità, quando nell’ultima seduta di Giunta è stato relatore proponente della prosecuzione dei rapporti di lavoro instaurati negli anni 2009 e 20010, ai sensi dell’articolo 90 del TUEL , di un consistente numero di personale.
Si tratta dei cosiddetti staffisti che costano alle casse dell’Ente circa 800 mila euro e che, insieme ai contratti dirigenziali e di collaborazione , incidono sulla spesa del personale e, quindi sul bilancio, per una spesa di circa un milione e duecentomila euro.
Come si possono “ rassicurare” i dipendenti per i prossimi mesi se si ipotecano spesa per una cifra così consistente e contemporaneamente si batte cassa per i tagli che il Governo ha previsto per le Provincie?
L’invito alla comprensione rivolto alle parti sociali dall’assessore Mancusi appare fuori luogo e più di forma che di sostanza.
Esprimiamo, pertanto, un giudizio negativo sui provvedimenti per i quali avevamo chiesto al Presidente, diversamente da quanto avvenuto, di non adottare ei convocare, con urgenza, un tavolo di confronto sindacale.
La semplificazione dei livelli istituzionali, a cui la Cisl guarda con estremo interesse, non deve essere strumentalmente confusa da chi pensa al mantenimento dello status, collegandola con la salvaguardia , in termini occupazionali, delle professionalità interne alle provincie.
L’esame congiunto su organici e mobilità non può che essere il pezzo finale di un progetto complessivo di razionalizzazione e rilancio del welfare locale e di razionalizzazione della spesa, a partire dalla drastica riduzione dalle consulenze e dagli incarichi esterni.
Ma la collaborazione presuppone innanzitutto il rispetto di corrette relazioni sindacali. La liquidazione dell’indennità anno 2011 al personale dirigenziale, senza la definizione del contratto decentrato , fermo al 2007, va in tutt’altra direzione e segnano uno spartiacque difficile da colmare se non si ritirano i provvedimenti adottati.
E’ chiaro che a questo punto saremmo costretti a far valere le nostre ragioni in sedi diverse da quelle di un confronto costruttivo come sempre avvenuto con la presidenza dell’on. Cirielli.
IL SEGRETARIO GENERALE
Matteo Buono