come meta, ma sono da considerare anche le centinaia di automezzi imbarcati per la Sicilia e diretti, poi,
chissà dove. Uno dei primi provvedimenti da adottare doveva essere il blocco dei collegamenti con il
Sud, blindando la regione Campania». È quanto afferma Imma Vietri, dirigente di Fratelli d’Italia, che, in
merito ai nuovi rientri verso la Campania, osserva:
«Una delle principali cause del contagio nelle regioni
meridionali è proprio l’esodo di persone che si sono spostate dalle zone inizialmente colpite. Bisognava
agire prima, se non altro perché fin da subito si è avuta la consapevolezza di un pericolo importante per la
nostra salute. Prima ancora delle giuste restrizioni, bisognava intervenire andando al cuore del problema,
bloccando tempestivamente il trasporto pubblico e quello privato. Ed è questa una delle misure che
poteva essere adottata direttamente dalla Regione Campania, così come è avvenuto in Calabria e in
Basilicata».
La dirigente di FdI chiarisce che il blocco non dev’essere visto come un gesto discriminatorio nei
confronti delle tante persone che studiano e lavorano al Nord e che vorrebbero rientrare nella loro terra
d’origine, ma come una misura necessaria per contenere la diffusione del Covid-19, che ha già raggiunto
livelli di guardia anche in zone inizialmente non colpite. «I primi provvedimenti dovevano essere lo stop
ai treni e l’attivazione di un controllo capillare sui trasporti privati, al fine di filtrare le persone in arrivo
nella nostra regione. Questa mancata misura ha rischiato e rischia di minare gli enormi sacrifici che sta
compiendo la popolazione salernitana e campana. Un aggravamento della situazione dovuto al diffondersi
del virus, infatti, potrebbe portare al collasso il nostro sistema sanitario».
L’appello alla Regione Campania è di attuare con urgenza, e anche nei giorni a venire, misure di
concreta prevenzione: «Sarebbe stato opportuno, ed è ancora opportuno, fare il tampone a tutte le persone
che rientrano: diversamente, i controlli non servono. Basti pensare a coloro che hanno il virus in
incubazione e che al primo tampone risultano negative: poste in quarantena presso i rispettivi domicili in
attesa dei controlli successivi, metterebbero a rischio di contagio l’intero nucleo familiare. E lo stesso
vale per gli asintomatici. Sarebbe il caso, inoltre, di individuare strutture, anche alberghiere, che possano
essere messe a disposizione del sistema per la quarantena obbligatoria sotto la costante osservazione degli
operatori sanitari. Solo azioni sinergiche non renderanno vano lo sforzo di tanti medici, operatori sanitari
e volontari, e di tutti coloro che sono in campo per assicurare i servizi essenziali».