IN VISTA AUTUNNO CALDO ANCHE PER I PREZZI IN RIALZO DEI BENI ALIMENTARI

A preoccupare sono innanzitutto i prezzi all’ingrosso dell’agroalimentare, spinti dal caro delle materie prime. A certificare livelli mai raggiunti nell’ultimo decennio, in particolare sui cereali, sono i dati aggiornati a settembre di Borsa merci telematica italiana (Bmti) rispetto allo stesso periodo pre-Covid, depurati quindi dell’effetto-lockdown: l’esplosione del prezzo del grano duro nazionale (+96%), dopo il crollo dei raccolti nordamericani, si è riversata sui prezzi all’ingrosso della semola, cresciuti del 90% rispetto a due anni fa. Ma anche le quotazioni del grano tenero sono in crescita, tanto che il prezzo all’ingrosso della farina è in aumento del 19% da prima della pandemia. Le impennate degli oli vegetali stanno mantenendo elevati anche in Italia i prezzi all’ingrosso degli oli di semi (+69% su settembre 2019). E i maggiori costi iniziano a ricadere sull’alimentazione zootecnica e, di conseguenza, sul prezzo di carni, latte e formaggi: a pesare sono gli aumenti di mais (circa +50%) e soia (+60%) rispetto al 2019.