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LEGGE ELETTORALE REGIONALE. SINDACI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI. ECCO PERCHE’

Una legge, quella approvata dal Consiglio Regionale, che, per alcuni aspetti è addirittura peggiorativa rispetto alla prima versione per i sindaci ed i consiglieri comunali dei centri al di sopra dei 5.000 abitanti, che intendono candidarsi per le prossime elezioni regionali di Marzo 2015. Una norma che risponde al criterio di eliminare o, quanto meno, ridurre le doppie poltrone ma che, nella sostanza, apre la strada a lunghi periodi di gestione commissariale delle amministrazioni comunali.

 

Facciamo un esempio concreto: un sindaco che decide di accettare la candidatura alle regionali dovrà dimettersi dall’incarico 30 giorni prima del voto. Dunque immaginando che il voto ci sia il 16 Marzo 2015 dovrà dimettersi il 16 Febbraio. Cosa accadrà per il suo Comune ? Semplice, il Ministero provvederà alla nomina di un commissario, verranno sciolti giunta e consiglio, ma si andrà al voto non prima di un anno, considerato che non c’è il tempo tecnico per portare alle urne, nella stessa giornata del 16 Marzo, anche l’amministrazione comunale. 

Un anno di commissariamento significa azzeramento totale delle posizioni politiche ed amministrative conquistate nel corso del tempo. Insomma, si riparte da zero: maggioranza ed opposizione e, soprattutto, si fa campagna elettorale fuori dal Palazzo. 

Ed allora cosa fare ? L’unica strada percorribile per giungere ad un appuntamento elettorale unico (Regionali e Comuncali a Marzo 2015) è, per i sindaci, quella di presentare le dimissioni entro la fine del mese di Novembre 2014. Con il rischio, ovviamente, di essere esclusi dalla composizione delle liste per le Regionali.