L’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, in una intervista a “La Verità” spiega che “la ‘postura’ che assumiamo sul tema migratorio è decisiva. Giorgia Meloni ha detto una cosa sacrosanta: l’Italia non può essere l’hotspot dell’Europa. L’ho sempre pensato, e per questo mi sono sempre battuto”. Minniti, che oggi presiede la Fondazione Med-Or, non considera superata la sua linea ‘realistica’ nella gestione del problema: “Ci sono due punti di contatto col presente. Il primo è tattico: sono stato ministro dal dicembre 2016, dopo la polveriera delle primavere arabe. Oggi come ieri, il numero degli arrivi è particolarmente rilevante, e il nostro Paese è attraversato da pesanti tensioni”. C’è anche un punto di contatto strategico: “Come scrive lo storico britannico Peter Frankopan, i problemi migratori, come quelli climatici, esistono da millenni. Siccome lo squilibrio demografico è un dato strutturale del pianeta, l’immigrazione non va gestita con ‘politiche emergenziali’ che in realtà non risolvono nulla”. Secondo l’ex ministro “la partita non si può vincere guardando solo all’orizzonte italiano, e nemmeno europeo. Non si va da nessuna parte insistendo sul tema della redistribuzione: quella è una trappola verbale, sono temi divisivi, e danno l’impressione che si tratti di un problema solo italiano. E poi siamo quasi sotto elezioni europee: nessun Paese ci farà il favore di accogliere le sue quote di migranti, perché tutti i leader sono esposti. elettoralmente. Basti pensare alla sfida tra Macron e Le Pen in Francia, o alla Germania, dove i partiti di governo sono in coda ai sondaggi”.
