REGIONALI 2015, A NAPOLI L’UDC CHE STA CON STEFANO CALDORO. L’INCONTRO

Ancora una manifestazione per testimoniare il sostegno degli esponenti campania dell’Unione di Centro a favore di Stefano Caldoro. A Napoli, ieri, un appuntamento di numerosi esponenti dell’UDC che non si riconoscono nell’alleanza tra De Luca e De Mita.

 

 

All’incontro, promosso dai dirigenti nazionali Gennaro Santamaria, Ciro Alfano e Vincenzo Inverso, hanno partecipato l’assessore regionale Pasquale Sommese, il consigliere regionale e dirigente nazionale dell’UDC Carmine Mocerino, l’ex deputato e dirigente nazionale UDC Nunzio Testa, l’ex deputato europeo e dirigente nazionale UDC Giuseppe Gargani, l’ex senatore e dirigente nazionale UDC Francesco D’Onofrio.
Nel corso del dibattito i vari dirigenti intervenuti hanno sottolineato come sia stato perpetrato un vero e proprio scippo, da parte dei De Mita e di Cesa, che hanno deciso, senza tener in nessun conto dell’opinione prevalente dei dirigenti ed amministratori dell’UDC Campano, di portare il simbolo del partito nello schieramento a sostegno di De Luca.
Tutti però si sono detti convinti che la parte più sane e più numerosa è rimasta fedele e coerente con il percorso intrapreso sul piano nazionale e regionale e che per tanto, pur senza simbolo, il sostegno maggiore dell’area centrista sarà tributata a Stefano Caldoro.
Prima dell’intervento conclusivo del presidente Caldoro l’assemblea ha osservato un minuto di raccogliemento in memoria delle vittime del grave gesto criminale avutosi ieri a Secondigliano.
“Ci hanno lasciato una regione – ha spiegato Caldoro nel corso del suo intervento – che era nelle stesse condizioni della Grecia. Una regione fallita sia sul piano finanziario che morale. Non si pagavano gli stipendi ai dipendenti pubblici e molti creditori della regione in quegli anni sono falliti per i tempi di attesa nei pagamenti. Ci siamo rimboccati le maniche, perché il nostro è sempre stato un gioco di squadra, è abbiamo cercato di salvare la nostra regione dal fallimento totale. Oggi gli stessi signori di quel fallimento si ripropongono, anche con gli stessi volti, e vorrebbero riappropriarsi del governo. Io credo – ha concluso Caldoro – che per la serietà e la competenza che abbiamo dimostrato in questo quindennio di governo possiamo legittimamente ricandidarci al governare il futuro di queste terre.”

All’incontro, promosso dai dirigenti nazionali Gennaro Santamaria, Ciro Alfano e Vincenzo Inverso, hanno partecipato l’assessore regionale Pasquale Sommese, il consigliere regionale e dirigente nazionale dell’UDC Carmine Mocerino, l’ex deputato e dirigente nazionale UDC Nunzio Testa, l’ex deputato europeo e dirigente nazionale UDC Giuseppe Gargani, l’ex senatore e dirigente nazionale UDC Francesco D’Onofrio.Nel corso del dibattito i vari dirigenti intervenuti hanno sottolineato come sia stato perpetrato un vero e proprio scippo, da parte dei De Mita e di Cesa, che hanno deciso, senza tener in nessun conto dell’opinione prevalente dei dirigenti ed amministratori dell’UDC Campano, di portare il simbolo del partito nello schieramento a sostegno di De Luca.Tutti però si sono detti convinti che la parte più sane e più numerosa è rimasta fedele e coerente con il percorso intrapreso sul piano nazionale e regionale e che per tanto, pur senza simbolo, il sostegno maggiore dell’area centrista sarà tributata a Stefano Caldoro.Prima dell’intervento conclusivo del presidente Caldoro l’assemblea ha osservato un minuto di raccogliemento in memoria delle vittime del grave gesto criminale avutosi ieri a Secondigliano.“Ci hanno lasciato una regione – ha spiegato Caldoro nel corso del suo intervento – che era nelle stesse condizioni della Grecia. Una regione fallita sia sul piano finanziario che morale. Non si pagavano gli stipendi ai dipendenti pubblici e molti creditori della regione in quegli anni sono falliti per i tempi di attesa nei pagamenti. Ci siamo rimboccati le maniche, perché il nostro è sempre stato un gioco di squadra, è abbiamo cercato di salvare la nostra regione dal fallimento totale. Oggi gli stessi signori di quel fallimento si ripropongono, anche con gli stessi volti, e vorrebbero riappropriarsi del governo. Io credo – ha concluso Caldoro – che per la serietà e la competenza che abbiamo dimostrato in questo quindennio di governo possiamo legittimamente ricandidarci al governare il futuro di queste terre.”