PAGANI. PIETRO SESSA REPLICA AL SINDACO LELLO DE PRISCO: “LA VERITA’? MI HA CHIESTO DI DIMETTERMI”

“L’unica verità in questa vicenda, anche se parziale, è che il Sindaco mi ha chiesto di dimettermi. Tutto il resto è una narrazione costruita per confondere i cittadini e mascherare la realtà.”

Lo scrive, in una nota diffusa alla stampa, l’ex assessore comunale di Pagani Pietro Sessa, replicando ad una serie di accuse che, nei giorni scorsi, gli erano state mosse dal Sindaco Lello De Prisco.

Non c’è stato nessun attacco, solo il racconto dei fatti. Se davvero il Sindaco si riconosce nel centrodestra, avrebbe dovuto sostenere la mia candidatura con Forza Italia. Invece, questa amministrazione ha più volte appoggiato candidati del centrosinistra — alle regionali con il PSI, alle provinciali con il PD — e probabilmente lo farà ancora.
Si afferma che rappresentavo solo me stesso: falso. Ho guidato una lista che ha eletto due consiglieri e il mio ruolo politico non si è mai limitato a una delega. Ho costruito, con il sangue del mio impegno, un percorso fatto di presenza, ascolto e risultati concreti, dentro e fuori dall’amministrazione. Alcuni consiglieri, oggi “sorpresi”, avevano attivato contatti proprio con Forza Italia. La coerenza, evidentemente, non appartiene a tutti.

Mi sono dimesso con largo anticipo rispetto alla presentazione delle liste, prevista per fine ottobre, proprio per dimostrare che non sono legato alla poltrona, ma al popolo. La mia scelta è stata limpida, rispettosa, coerente. E questo dovrebbe bastare.

Inoltre, prima delle mie dimissioni, hanno già preso le distanze da questa amministrazione altre due liste civiche che l’avevano sostenuta: “Civicamente” e “Orizzonte Comune”. Quindi forse il problema non è Pietro Sessa, ma qualcosa di molto più serio che riguarda la direzione di governo e la capacità di ascolto.

Infine, a chi cerca di riscrivere i fatti, ricordo con rispetto: le bugie non si addicono a chi si professa cattolico. Come ama ripetere proprio il Sindaco: Dio sa. E, presto, saprà anche il popolo.