Al Senato, il governo incassa la fiducia sul maxiemendamento al Ddl Delrio che recepisce le modifiche apportate al testo dalla commissione Affari Costituzionali e le osservazioni della commissione Bilancio. Il ddl, che ora torna alla Camera, passa con 160 “sì”, 133 “no”.
Giornata chiave per la riforma delle Province e per il governo al Senato. Un Cdm lampo, ha dato via libera stamattina alla fiducia sul ddl Delrio dopo la tensione di ieri prima in commissione, dove la maggioranza è andata sotto due volte, poi in Aula dove è stata bocciata per soli 4 voti la pregiudiziale di incostituzionalità presentata dal Movimento 5 Stelle e appoggiata da Sel.
Il governo ha poi annunciato in Aula, per voce del ministro Maria Elena Boschi, l’intensione di porre la fiducia sul testo licenziato dalla commissione. Il voto dovrebbe arrivare in serata. In bilico la posizione del gruppo ‘per l’Italia’: due senatori, Maurizio Rossi e Tito di Maggio, hanno fatto sapere che non voteranno la fiducia al ddl Delrio.
Intanto la commissione Bilancio di Palazzo Madama, nel suo parere al testo, ha paventato il rischio che con il ddl in vigore anzichè diminuire la spesa per lo Stato potrebbe aumentare., in primis perché “si potrebbero decuplicare “costi e funzioni per l’elezione diretta del sindaco e del consiglio delle città metropolitane”.