“La materia ambientale costituisce, da sempre, terreno di discussione nei rapporti tra Stato centrale e Regione. Mi preme sottolineare che il progetto di regionalismo differenziato, proposto dal centrosinistra, lambisce ma non affronta, come dovrebbe, la questione.
Difatti leggo da organi di stampa che il governo regionale in carica propone un accordo, a dir poco, di portata ridotta in materia, limitato com’è alle valutazioni di impatto ambientale (VIA) e alle autorizzazioni paesaggistiche minori. Al di là di uno scarso rigore terminologico ciò che balza agli occhi del profano, prima ancora del tecnico, è uno scarso coraggio (è il caso di dire), nella misura in cui ci si limita ad un parziale trasferimento di funzioni relativo alla sola VIA e alle autorizzazioni paesaggistiche minori.”
Lo scrive il Vice Sindaco di Vallo della Lucania Antonietta Coraggio, oggi candidata al Consiglio Regionale nella lista di Forza Italia.
Verrebbe da dire tanto rumore per nulla! L’ambiente è tema complesso e complicato in cui confluiscono discipline diverse per ratio e natura, tant’è che si va dalle regole poste a tutela del paesaggio e delle bellezze naturali a quelle in tema di inquinamento, passando per le norme di valorizzazione del patrimonio collettivo.
Le risorse ambientali, oggi non infinite, richiedono uno sfruttamento sostenibile che ne garantisca alle future generazioni l’utilizzo ed il godimento. Ed ecco che l’intervento regionale può costituire la chiave di volta per un reale cambiamento di prospettiva, con una normativa non più calata dall’alto ma emergente dal basso, con le istanze di chi, quotidianamente, operatore o cittadino della regione, avverte i bisogni ambientali e ne chiede una adeguata regolamentazione.
Non si tratta di imbrigliare l’iniziativa pubblica o privata, quanto piuttosto di incanalare le energie in un sistema di legalità che, partendo da uno sviluppo sostenibile, liberi le energie positive del territorio in modo da renderlo sempre più competitivo.
Diventa, dunque, prioritario richiedere allo Stato centrale un trasferimento della materia ambientale di ben altro spessore in una ritrovata logica federalista che abbini al passaggio anche lo stanziamento di adeguate risorse per il mantenimento degli ecosistemi e della biosfera.
La tutela delle acque, per fare un esempio, da sempre a cuore della sottoscritta, come dimostrano le azioni messe in campo da tecnico prima ancora che da cittadino, per assicurarne la qualità, non può non essere oggetto di regolamentazione regionale, così come l’intreccio tra urbanistica e ambiente non può non tradursi in una sintesi metodologica con al centro le istanze regionali, espressione della giusta decentralizzazione degli interessi da proteggere.
La difesa dell’ambiente non solo, a mio parere, significa tutelare la qualità di vita delle persone nella nostra regione, ma anche creare opportunità di lavoro e penso a quanti potrebbero essere impegnati sul fronte della protezione e del miglioramento ambientale o a quanti, ancora, potrebbero formarsi in una materia dalle innumerevoli implicazioni che tocca da vicino la nostra vita.