BARONISSI. RIFONDAZIONE COMUNISTA DICE NO ALL’IMPIANTO A BIOMASSE

Con una lettera inviata al Sindaco di Baronissi ed all’assessore all’ambiente il Partito della Rifondazione Comunista ribadisce la propria contrarietà alla realizzazione di un impianto a biomasse nel centro della Valle dell’Irno.

Al Sindaco del Comune di BaronissiAl Sindaco del Comune di BaronissiAl presidente e ai membri della commissione AmbienteAl presidente e ai membri della commissione UrbanisticaAl presidente e ai membri della commissione Statuto

Oggetto : Proposte in materia di biomasse Siamo consapevoli, che il dibattito intorno alla questione biomasse nella nostra città e tra i cittadini non è ancora concluso. Nonostante le rassicurazioni, alcune volte di rito, la preoccupazione è ancora forte tra la cittadinanza.Pertanto come Partito della Rifondazione Comunista, da subito mobilitato su tale importante questione con queste poche righe vogliamo contribuire alla discussione istituzionale che a quanto pare non interessa le altre forze politiche presenti in città, considerando che malgrado i nostri solleciti inviati con una nostra lettera aperta ad oggi solo il Partito della Rifondazione Comunista si è espresso in modo chiaro ed inequivocabile. Rinnoviamo il nostro assenso alla redazione di un regolamento che disciplini sul nostro territorio la materia aumentando in modo consistente la distanza,  sia in linea d’aria che di percorrenza tra qualsiasi impianto di tipo industriale con le civili abitazioni.Prevedendo “barriere” sia naturali, come flora compatibile con gli impianti e grandi “assorbitori” di aria malsana, pannelli appositamente progettati e quant’altro.Tutto ciò a noi è chiaro che comunque sono provvedimenti all’interno di un regolamento non retroattivi e quindi “inefficaci” rispetto alla attuale emergenza rappresentata dalle domande avanzate dai due imprenditori. Siamo a conoscenza che uno dei due  ha presentato una integrazione alla Pas e di conseguenza, ci pare di capire, che gli uffici comunali, dopo aver esaminato la documentazione, la considerano come nuova richiesta di pas.  Quindi di fatto decade la precedente richiesta. È un nuovo progetto? Crediamo, come abbiamo già comunicato con le nostre osservazioni formalizzate (anche a voi consiglieri) il 22/06/2017 e integrate successivamente dalle valutazioni scientifiche da noi chieste alla ISDE ITALIA (Medici per l’ambiente) sezione provinciale di Salerno e protocollate il 16/07/2017 (anche queste portate a vostra conoscenza) che tali impianti sono dannosi alla salute dei cittadini, all’ambiente e alle colture circostanti, alla vivibilità complessiva della nostra città e, aggiungiamo noi, all’intera economia del territorio della Valle dell’Irno in quanto profondamente in contrasto con il potenziale economico rappresentato dalle vocazioni territoriali.   Queste ultime (le vocazioni territoriali) sono allo stato di fatto già “compromesse” dalla situazione attuale: Fonderia Pisano, le vecchie fonderie, anche se inattive da bonificare (fondo Pagano), gli impianti presenti all’università di Salerno (sia il “blocco” che ricade sul nostro territorio sia quelli presenti nel campus di Fisciano), l’Ikea, la cogestione del traffico veicolare anche grazie all’attuale rete viaria (e quindi non solo la Salerno-Avellino). Se a tutto ciò aggiungiamo quanto è previsto nella Valle dell’Irno (centro intermodale di Mercato San Severino, impianto di compostaggio a Fisciano, progetti similari a Pellezzano ed altro ancora non escludendo la proposta di PUC che a nostro avviso è carente di attenzione alle cosiddette “aree miste” e ha qualche criticità per alcuni altri aspetti) è evidente anche a chi non vuole vedere che complessivamente c’è un attacco alla salute, al territorio, alla qualità della vita e alla nostra economia.     A tutto ciò, per ultimo ma NON per importanza, sottolineiamo per l’ennesima volta l’esigenza non più rinviabile a una rivisitazione complessiva del Piano Energetico Comunale (PEC) escludendo espressamente impianti, come nel caso specifico quello di biomassa, che solo NOMINALMENTE sono considerati dalla legislazione corrente “alternativi”. Siamo coscienti che le normative (soprattutto quelle recenti) prodotte in materia hanno una logica opposta alla necessaria attuazione di sviluppo e di consumo energetico davvero alternative.  Gli iscritti e le iscritte del Partito della Rifondazione Comunista            Circolo G. Puletti .