CARFAGNA VERSO L’ADDIO A FORZA ITALIA: “SUL GOVERNO SCELTA IRRESPONSABILE”

In una lunga intervista rilasciata a Repubblica, il Ministro Mara Carfagna conferma, nella sostanza, il suo addio a Forza Italia, ribadendo una serie di accuse al partito nella gestione della crisi di Governo. Parole, per molti aspetti, simili a quelle pronunciate dai Ministri Gelmini e Brunetta che, da qualche giorno, in maniera ufficiale, sono fuori dal partito degli azzurri. Mara Carfagna, secondo le voci che giungono da Roma, è ad un passo dall’adesione ad Azione e l’interlocuzione portata avanti con Carlo Calenda, sarebbe ad un punto molto avanzato, tanto da aver parlato anche della sua collocazione elettorale in vista dell’appuntamento con le elezioni politiche del prossimo 25 Settembre. Carfagna via da Forza Italia e, con lei, anche i suoi piu’ stretti collaboratori, a cominciare dai parlamentari Gigi Casciello e Rossella Sessa, che dovrebbero seguire il suo percorso politico, aderendo ad Azione, candidandosi alle prossime politiche con il partito di Carlo Calenda, vicino, anzi vicinissimo, ad una intesa con il Partito Democratico.

“L’esperienza patriottica dell’esecutivo merita un secondo tempo”, “la mancata fiducia a Draghi indica la rinuncia a ogni autonomia della componente liberale dalla destra sovranista. Fino al 19 luglio FI non avrebbe avuto alcun dubbio sulla linea in caso di problemi del governo: favorire la conclusione ordinata della legislatura, mettere in sicurezza famiglie e imprese, sostenere il premier più rispettato d’Europa per poi poterne rivendicare i successi in campagna elettorale. Dal 20 luglio il Rubicone è stato varcato. È stata fatta una scelta di totale discontinuità con la nostra storia e con le nostre relazioni europee e occidentali”, “di fronte a un bivio tra sottomettermi a una visione che non è la mia e rispettare quella in cui ho sempre creduto, non ho avuto alcun dubbio. In questo momento la priorità è mettere in sicurezza il Paese, non esporlo a salti nel buio”. Così Mara Carfagna, in una intervista a Repubblica, parla della sua decisione di lasciare Forza Italia ma, sottolinea, “qualsiasi saranno le scelte, poi, la mia lealtà personale a Berlusconi resta”. E’ stato Berlusconi a scegliere Salvini e Meloni contro Draghi. Perché lo ha fatto? “Gli interrogativi sul passato li lascio agli analisti. Mi interessa il futuro: i soldi del Pnrr e le opere pubbliche collegate, le intese per gli approvvigionamenti invernali di gas, una manovra economica espansiva e protettiva al tempo stesso. Cose pratiche, concrete, che bisognava mettere in sicurezza prima del voto del marzo prossimo e rivendicare come successi un minuto dopo. Era questo l’esame di maturità che FI avrebbe dovuto chiedere a Lega e FdI: dimostriamo agli italiani, all’Europa e all’Occidente che siamo un fronte responsabile, serio, capace di rispettare i patti fino in fondo. Si è fatto il contrario. Ciò che conta ora è ripristinare l’affidabilità italiana, messa gravemente a repentaglio dalla crisi e da chi l’ha provocata”. Meloni? “Ha tutto il diritto di proporre la sua premiership: se l’è guadagnata, guida un partito che ha ampiamente sorpassato la Lega e ha il triplo di voti di FI. A Draghi si è sempre opposta, per molti versi è la più coerente. Ma la sua idea dell’Italia non è la mia. Io penso che l’Italia non debba somigliare all’Ungheria di Orbán, ma alla Germania di Merkel”.