La vicenda legata alla decadenza della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, entra nel vivo. La prossima settimana, i suoi legali presenteranno al Tribunale civile di Cagliari il ricorso contro l’ordinanza emessa dal Collegio regionale di garanzia elettorale, che ha contestato irregolarità nel rendiconto delle spese della campagna elettorale del febbraio 2024. Nel frattempo, la Giunta delle elezioni del Consiglio regionale ha sospeso ogni decisione, scegliendo di attendere l’esito del procedimento giudiziario. Una prudenza dettata dalla complessità del caso e dai tempi potenzialmente lunghi di un iter che potrebbe concludersi solo in Cassazione. La prossima riunione della Giunta delle elezioni è fissata per il 4 febbraio, subito dopo la scadenza per il deposito del ricorso da parte della presidente.
La situazione, senza precedenti nella storia della Regione, potrebbe portare a uno scenario estremo: la decadenza della presidente determinerebbe lo scioglimento dell’intero Consiglio regionale e il ritorno anticipato alle urne. Parallelamente, emergono ipotesi che guardano alla Corte Costituzionale come possibile arbitro della vicenda. Non si esclude, infatti, la possibilità che la Regione sollevi un conflitto di attribuzioni con lo Stato, sostenendo che la normativa applicata dal Collegio di garanzia comprometta le prerogative dell’autonomia regionale. In tale ipotesi, la Consulta sarebbe chiamata a stabilire se la legge nazionale abbia effettivamente violato le competenze della Sardegna.