Massimo Cariello

EBOLI: STOP ALL’IMPIANTO DI BIOGAS

Non possiamo assistere silenti ad un altro scempio della nostra città: non bastavano i pannelli fotovoltaici sui monti di Eboli, la speculazione
edilizia per pochi amici , l’abbandono totale del promesso rilancio della nostra città, ci voleva anche l’assenso del comune di Eboli

 

nell’autorizzare l’intervento per la costruzione di un impianto di produzione di BIOGAS da  BIOMASSE, in località “Femmina Morta” di Eboli quindi in piena area agricola, a meno di 100 metri dal fiume Sele, con la presenza di aziende agricole e zootecniche ad ampia produzione biologica e di latte di bufala.
La principale preoccupazione e che alcuni batteri termoresistenti presenti nel digestato – cioè nello scarto dei digestori che viene successivamente
smaltito nei terreni e temiamo nel fiume Sele(chissà perchè hanno scelto un posto molto vicino con il rischio di scarichi abusivi)  – finiscano nel
circuito alimentare, senza arrivare a parlare del caso della Germania, dove alcuni ricercatori ritengono che l’epidemia di “Escherichia coli” che ha
colpito la Germania nell’estate del 2011 – causando 18 morti e le migliaia di casi di botulismo osservato negli animali tra l’estate del 2011 e
l’inizio del 2012 – sia stata causata dalla presenza delle centrali a biogas, come ripreso a maggio di quest’anno dalla più importante rivista
tedesca di caccia e fauna “Wildundhund”. Chiediamo ufficialmente, quindi, al Comune di Eboli che è il principale Ente
interessato, alla Provincia ed alla Regione Campania di rivedere gli atti prodotti in Conferenza dei Servizi.
Capisco che il ruolo della Provincia e della Regione sia quello di attenersi alle norme ed alle procedure previste dalla legge, ma crediamo sia
necessario prima verificare il reale impatto ambientale di tale impianto – e di questo ci faremo carico nelle sede istituzionali preposte – , mentre il
Comune di Eboli,essendo l’ente di maggiore competenza territoriale, avrebbe dovuto chiedere chiarimenti già prima di manifestare il suo assenso in sede
di conferenza dei servizi, e ora dovrebbe opporsi politicamente in modo netto, posizione che consentirebbe l’inammissibilità della Conferenza dei
Servizi, così come previsto dall’art.14 quater c.1 della l.241/1990 sul procedimento amministrativo.
Chiediamo, infine, la convocazione urgente di un consiglio comunale monotematico, al fine di trovare un percorso alternativo e condiviso.

 

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