IL POST DI LUCA CASCONE (DE LUCA PRESIDENTE): “GRANDE SCOOP O CACCIA ALLE STREGHE?”

Rilasciando un’intervista qualche giorno fa, ho capito che alcune notizie fanno più rumore di altre, anche quando si è assolutamente inconsapevoli – o forse disinteressati- della realtà dei fatti, ma solo a realizzare un servizio ad effetto; ed ho compreso che sarebbe stato preferibile che -in un momento di crisi unica come quella degli scorsi mesi- un consigliere regionale, che prima ancora di coprire una carica è un cittadino, dovrebbe limitarsi a farsi i fatti suoi, a non guardare oltre le proprie mansioni né tantomeno rendersi “ingenuamente” disponibile a dare una mano in altri ambiti di necessità.

E’ quanto scrive, in un lungo post, il consigliere regionale Luca Cascone, candidato alle prossime elezioni con la Lista De Luca Presidente.

Durante il periodo più intenso dell’emergenza sanitaria, invece, ho trascorso diverse giornate presso l’Unità di Crisi: mi sembrava importante non sparire in un momento tanto delicato, non curandomi del ruolo che ho, non interessandomi se ero inserito ufficialmente nell’Unità, ma semplicemente rendendomi disponibile per qualunque esigenza, oltre ovviamente ad occuparmi della riorganizzazione dei trasporti nelle diverse fasi emergenziali.
Mi sono trovato fianco a fianco con tante persone che mettevano l’anima per cercare di risolvere problemi incredibili, tutti urgenti; e soprattutto una mole di informazioni, contatti, proposte ingestibili in tempi rapidi -che venivano richiesti- da un numero esiguo di persone.
A tutti questi volontari e membri dell’Unità di Crisi dovrà sempre andare il riconoscimento dei cittadini della Regione Campania. Io c’ero e posso dirlo con forza: è stato fatto il massimo e nel miglior modo possibile, in una condizione impensabile, mentre in giro non si parlava che di ricoveri e morti, mentre le Tv passavano le immagini drammatiche di quello che accadeva non molto lontano da noi.

Insieme ad altri operatori che erano lì mi sono reso disponibile a dare una mano anche a rispondere alle mail ed a telefonate quando mi veniva richiesto da parte dei responsabili.
Mi sono trovato così a rispondere ai cittadini che chiedevano come farsi autorizzare a rientrare in Campania -ricordo la situazione drammatica di due sorelle studentesse che non sapevano più come andare avanti anche per carenze economiche e volevano solo tornare dai loro genitori-; ho spiegato alle associazioni o ai volontari dove approvvigionarsi di materiale ed ho spiegato ai tanti fornitori che si proponevano, contattando in vario modo l’Unità di Crisi, o quale fosse la procedura che la Direzione Sanità e la SORESA avevano definito per raccogliere le offerte e poi valutarle tecnicamente, cercando di dare le maggiori informazioni possibili ed utili.
Ho svolto questa attività -io come altri- con grande spirito di sacrificio e dedicando ore importanti, sottraendole come sempre ai mie affetti più cari in un momento molto particolare, con l’unico obiettivo, come mia consuetudine, di rendermi utile.

Voglio fare OUTING: ho interloquito con tutti cercando di risolvere qualche problema, con cittadini ed aziende campane che volevano capire come gestire le proprie attività in pieno lockdown; ma anche con fornitori potenzialmente in grado di approvvigionare dispostivi ed attrezzature per ospedali e -soprattutto- per gli operatori sanitari che soprattutto nei primi giorni della pandemia erano veramente ogni giorno a rischio di non avere i dispositivi necessari.

Lo confesso, in quei frangenti non mi sono chiesto se qualcuno mi avesse investito di un ruolo specifico, ho solo pensato che dovevo e potevo essere di aiuto e resto convinto che fosse mio dovere farlo.
In queste ore vivo con il nervosismo di chi si chiede come è possibile strumentalizzare ogni cosa per secondi fini, e qualche volta mi chiedo: “chi me lo ha fatto fare?”, potevo dedicarmi anche io alle pizze fatte in casa; ma poi analizzo i fatti con maggiore freddezza e rifletto, sono convinto che era giusto aver dato tutto me stesso per aiutare i miei concittadini in un momento difficile, nei modi in cui potevo farlo.

Probabilmente qualcuno vuole costruire un caso su questa mia attività, su cui addirittura sono stati fatti inspiegabili esposti, per motivi probabilmente politici e legati alle imminenti elezioni; ma alla mia famiglia, agli amici e ai conoscenti che mi stimano e conoscono la mia buona fede posso assicurare di non doversi preoccupare per me e di aver svolto ogni azione con la consueta linearità e correttezza dei comportamenti.

P.S.: Mi auguro di sbagliarmi e spero solo che nelle intenzioni del l’intervista ci sia solo la ricerca dei fatti. Se invece, i tempi di pubblicazione non saranno “casuali”, potrebbe, purtroppo, non essere così.