MOVIMENTO 5 STELLE DI SALERNO: ROTTURA TRA LA BASE E GLI ELETTI. CHE FINE FANNO GLI INCARICHI?

Il progetto salernitano del ‘Movimento 5 Stelle’ si è arenato sugli incarichi parlamentari. Non c’è nessuna rottura ufficiale, ma dire che i rapporti tra la base locale della realtà grillina e i quattro parlamentari eletti in provincia di Salerno tra Camera e Senato – Mimmo Pisano, Andrea Cioffi, Silvia Giordano e Angelo Tofalo – siano quelli di un tempo non corrisponde al vero.

La resa dei conti tra – come ama definirli Beppe Grillo – «datori di lavoro» (elettori) e «dipendenti» (parlamentari) è arrivata nel pomeriggio di martedì quando, sul profilo Facebook del Movimento provinciale e sul sito salernitano è comparso, a firma di quattro storici attivisti del territorio, un invito ai neo eletti della provincia.

 

 


«In ossequio al codice di comportamento eletti Movimento 5 stelle vi invitiamo quanto prima a ripristinare una relazione con gli iscritti tramite il recepimento delle nostre proposte durante l’arco della legislatura, poi rendicontare le spese mensili per l’attività parlamentare (viaggi, vitto e alloggi) sul sito del M5S, così come avviene da tutti i gruppi del M5S ove siano stati eletti nelle precedenti elezioni amministrative. Nello specifico ci piacerebbe che fossero condivise le buste paghe anche dei collaboratori (segretari, staffisti, portaborse) e delle eventuali consulenze (attività parlamentare)». Poi l’affondo sugli eventuali collaboratori parlamentari scelti dagli eletti salernitani: «Ci auguriamo che la scelta discrezionale dei collaboratori consenta una maggiore comunicazione con noi attivisti, e che l’assenza di condivisione e trasparenza su queste scelte non compromettano l’impegno e il ruolo a cui siete stati chiamati».

Un vera e propria doccia fredda per chi conosce poco la realtà grillina salernitana, una pentola a pressione scoppiata forse anche in ritardo secondo i bene informati sui retroscena di ‘casa Grillo’ in provincia. I dissapori, fondamentalmente, sarebbero nati sulla scelta dei collaboratori parlamentari, non ancora ufficializzati dagli eletti – eccezion fatta per il caso di Silvia Giordano – ma che ormai da una ventina di giorni si occupano di organizzare il lavoro dei neo deputati e senatori salernitani. Si tratterebbe di professionisti con una discreta esperienza alle spalle nel loro campo, e in alcuni casi anche con una discreta militanza politica in altri partiti (ma che non corrisponderebbero ai volti che hanno contribuito, con il passare degli anni, a far crescere la creatura di Grillo in provincia e, in particolare, nella città di Salerno). Una questione che ha deluso non poco gli attivisti storici del Movimento, in particolare quelli che per le regole dettate in campagna elettorale da Grillo non hanno potuto candidarsi alle Politiche. Dagli eletti si sarebbero, infatti, aspettati un segno di riconoscenza, che però non è arrivato.

Qualcuno a Roma ci sarebbe andato volentieri, magari per lavorare dietro le quinte e dare, in modo ancor più concreto, il proprio apporto alla causa. Ma al posto degli attivisti storici i parlamentari avrebbero deciso di puntare sulle nuove leve del ‘Movimento 5 Stelle’ salernitano, gente che si è avvicinata con il fenomeno Grillo già in corso d’opera e lo Tsunami pronto a travolgere la Casta dei partiti. Un colpo di scena, visto che i vecchi attivisti si sarebbero aspettati ben altre nomine. A questo va aggiunto anche il modo in cui si sta vivendo l’attuale periodo, con i lunghi silenzi tra i parlamentari e la base storica del M5S dopo le elezioni.

Fino ad ora, infatti, non sarebbe stato ancora organizzato un incontro tra «dipendenti» e «datori di lavoro» a Salerno. Scelte che rischiano di dilaniare la realtà grillina provinciale che, nonostante il risultato acquisito a fine febbraio, risulta ancora in una fase embrionale della sua vita. Del resto, dopo la vittoria di Vincenzo De Luca alle ultime Amministrative in cui corse con scarsi risultati per la carica di sindaco il neo senatore Andrea Cioffi, il Movimento a Salerno ha fatto poco o nulla, lasciando qualsiasi iniziativa ad altre realtà locali vicine – forse per idee e intenti – al M5S.

di Domenico Gramazio tratto da metropolisweb.it

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