Da sempre nel nostro territorio, gli eventi sportivi – o comunque qualsiasi manifestazione – che vedano coinvolti paesi vicini geograficamente ma apparentemente lontani per storia, costumi e idee, vengono evitati con ripercussioni gravi anche sul tessuto economico e sociale. In questo modo, infatti, non solo si ledono i diritti dei cittadini onesti lontani da ogni logica di violenza, che compongono la maggioranza della società, ma si precludono le già poche occasioni di crescita culturale per la collettività.
Quello che si è verificato domenica 10 novembre allo Stadio Arechi, evento ormai tristemente conosciuto a livello nazionale, poteva essere evitato.
Sebbene il sottoscritto abbia già manifestato le proprie idee in merito a quanto avvenuto, non è mia intenzione, adesso, entrare nel merito dell’argomento nello specifico, accusare o difendere qualcuno. Si è detto e scritto troppo a riguardo.
Le scrivo, invece, per presentarLe la mia proposta.
Ritengo che le Istituzioni, siano esse di natura politica o giuridica, abbiano la necessità di coadiuvarsi nelle attività di promozione del territorio. Le Forze dell’ordine non possono essere lasciate sole ad affrontare situazioni a rischio, né la politica può rimanerne fuori e viceversa.
Occorre avvicinarsi ed essere d’ausilio al lavoro di Prefettura e Questura.
Ritengo, a questo proposito, necessario il coinvolgimento della classe dirigente e politica. L’intervento diretto dei rappresentanti dei cittadini è fondamentale per dare una svolta risolutiva alla questione.
A tal proposito, anche in seguito a diverse consultazioni con esponenti politici del territorio, propongo la costituzione di un Comitato Provinciale Grandi Eventi (Co.P.Ge.) con l’obiettivo di coadiuvare e facilitare il lavoro delle Forze dell’ordine in occasione di Grandi Eventi.
È chiaro che chi è tenuto alla tutela della nostra sicurezza non conosce tutti i cittadini di persona. Non potrebbe conoscerli. E questa mancanza, questo vuoto, non imputabile a nessuno, genera incomprensione. Purtroppo, la violenza nasce proprio da una mancanza di comunicazione, dall’impossibilità di parlare, dalla non conoscenza, appunto.
Pertanto, chi meglio di un rappresentante delle istituzioni, di un delegato della cittadinanza, di qualcuno che è stato scelto dalla sua città per esserne il portavoce, conosce quelle persone? Chi può aiutare le Forze dell’ordine in situazioni potenzialmente a rischio?
In occasione di un Grande Evento il Co.P.Ge. svolge un lavoro di concertazione tra i rappresentanti del territorio, gli esponenti delle associazioni e i rappresentanti dei cittadini e/o gli Enti interessati all’evento. Il risultato del lavoro di analisi e ricerca prodotto sarà trasmesso alle Autorità e le Istituzioni deputate a decidere sulla fattibilità dell’evento stesso.
I componenti del Co.P.Ge., inoltre, presenteranno una “Sottoscrizione di partecipazione” con la quale si impegnano ad essere presenti all’evento e ad accompagnarne i partecipanti.
È indispensabile che coloro i quali hanno l’onore e l’onere di far parte delle realtà politiche locali, scendano in campo e siano distinguibili (tra il pubblico, le tifoserie, i partecipanti) attraverso un simbolo che mi riservo di proporre. Tale simbolo sarà l’emblema della presenza delle istituzioni e della vicinanza del rappresentante delle stesse alla cittadinanza.
Il Co.P.Ge. non prevede alcun investimento economico da parte degli Enti interessati e la partecipazione dei singoli componenti è a titolo gratuito, a solo beneficio della comunità.
I Grandi Eventi devono essere oggetto d’iniziative d’emergenza presso la Provincia di Salerno con la partecipazione degli esponenti delle Forze dell’ordine e dei rappresentanti della società per intervenire in maniera immediata affinché non si verifichino situazioni di disagio e di incomprensione.
Pertanto, il sottoscritto
CHIEDE
La convocazione urgente del Consiglio Provinciale per discutere e approvare la “Costituzione Comitato Provinciale Grandi Eventi”.
Si allega alla presente lo schema di regolamento del Co.P.Ge. da approvarsi in Consiglio Provinciale.
