Provincia di Salerno

PROVINCIA DI SALERNO. CON LA VIOLAZIONE DEL PATTO DI STABILITA’ TASSE IN AUMENTO E SERVIZI RIDOTTI. LA DENUNCIA DELLA CISL

La violazione del Patto di Stabilità da parte dell’Amministrazione Provinciale di Salerno avrà pesanti ripercussioni sulle tasche dei salernitani ma anche sulla qualità dei servizi erogati per i cittadini del Salernitano”. E’ quanto dichiara il Segretario Provinciale della CISL di Salerno MATTEO BUONO. “In modo particolare” prosegue il Segretario della UST Cisl Salerno, “ quella che l’Amministrazione di Palazzo Sant’Agostino ha voluto propagandare come una scelta per favorire il mondo delle imprese, si ripercuoterà sui livelli di servizi per tutti i cittadini. La Provincia di Salerno, all’interno del Bilancio Preventivo 2013 che si appresta a varare, sarà costretta ad effettuare tagli almeno per 10.000.000 di euro rispetto al 2012, vale a dire l’equivalente della riduzione dei trasferimenti statali, conseguenza immediata della violazione del Patto di Stabilità”.



“Pare chiaro a tutti”, sottolinea Matteo Buono, “che la scelta più naturale, ma anche obbligata, sarà quella di ridurre i servizi nei settori di competenza esclusiva della provincia: manutenzione stradale ed edilizia scolastica. Non solo: è sempre più probabile che l’Amministrazione Provinciale proceda ad un ulteriore innalzamento delle imposte di competenza, vale a dire l’IPT (Imposta Provinciale sui Trasporti) e la quota di propria spettanza nell’ambito delle Assicurazioni per la RCA Auto ”.

“Non va tralasciato”, continua Matteo Buono, “che ad oggi, di certo, esiste un taglio di quasi 200.000 euro a carico dei dipendenti di Palazzo Sant’Agostino, per il salario accessorio, che diventerà una riduzione, all’anno, di circa 300 euro per ogni singolo lavoratore alle dipendenze dell’amministrazione provinciale di Salerno”.

“A questo disagio concreto”, aggiunge Buono, “va aggiunto che proprio a causa dello sforamento del Patto di Stabilità l’Amministrazione Provinciale non potrà, per tutto il 2014 procedere ad assumere spesa per investimenti oltre al blocco, già esistente, per l’accensione di nuovi mutui. Il prossimo, in sostanza, sarà l’anno dell’immobilismo amministrativo totale

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